Sono state le Ardenne Fiamminghe in Belgio lo scenario che ha portato giornalisti da ogni parte del mondo a partecipare al 16mo UCI World Press Cycling Championship (WPCC) 2015 di Oudennarde, la cittadina che il 3 Aprile 2016 festeggerà i 100 anni del Giro delle Fiandre
Testo di Leonardo Olmi, foto di Leonardo Olmi, GripGrab Media Crew, Lynn Delbeecke e Photopress.be
E’ stata una settimana di tempo incerto, partita con l’angoscia di pioggia e temperature autunnali, che però fortunatamente si è poi conclusa con una stupenda giornata di sole, proprio nel giorno della gara regina, quella in linea. Sto parlando della settimana che dal 15 al 20 settembre ha accolto i giornalisti con la passione per la bicicletta sulle strade in pavé del Belgio settentrionale. Quelle straat fatte di bergs e cobbles (colline e pietre) che hanno reso famose le Ardenne nel mondo del ciclismo, e non solo, con le Classiche del Nord.
Quelle gare che ogni anno, ad aprile, tengono gli appassionati di ciclismo incollati alla tv per seguire le imprese dei professionisti sui muri (Muur) del Giro delle Fiandre (Ronde Van Vlaanderen), sul pavé della Parigi-Roubaix, sulle cotes della la Liegi-Bastogne-Liegi e di tante altre. Ma purtroppo la tv non riuscirà mai a farci percepire come siano realmente quei muri e quei lunghi tratti di pianura sulle pietre a meno che, come successo al sottoscritto, non si vedono con i propri occhi e non ci si provi a pedalarci sopra e spingere a tutta in gara con la nostra bici, ma quella da strada!!! Al contrario non si potrà mai capire cosa voglia dire la parola “pavé” e non si potranno mai apprezzare le gesta di quei campioni che quassù hanno scritto pagine memorabili della storia del ciclismo mondiale e fatto imprese da eroi.

Photo by GripGrab Media Crew | Martin Paldan
Qui si pedala sulle strade di Eddy Merckx e di Tom Boonen, che hanno inciso il loro nome sulla pietra in porfido insieme a tanti altri campioni che vanno da Fiorenzo Magni a Fabian Cancellara. Ecco perché questa edizione dell’UCI WPCC 2015 aveva per noi giornalisti, provenienti da varie parti del mondo, un sapore del tutto particolare e l’attendevamo con ansia già da un anno.

Photo by GripGrab Media Crew | Martin Paldan
Pensavamo di sapere a cosa andavamo incontro, ma invece neanche ce lo potevamo immaginare: quello che ci attendeva era il cosiddetto “Inferno del Nord” con tutte le sue insidie e variabili, poiché nelle Fiandre, oltre a piccole colline piene di ciottoli da scalare, avremmo trovato anche la variabile tempo, che quassù sappiamo essere tutto un alternarsi tra piogge, schiarite, vento e freddo. Ma come commentava un amico su whatsapp a cui ho scritto, una volta arrivato in Belgio, che non potevo pedalare perché fuori pioveva e faceva freddo con soli 10 gradi (avendo lasciato l’Italia dove c’erano ancora 30) “devi fare come fanno i belgi, uscire con l’acqua”. E infatti aveva ragione, perché fuori giravano tranquillamente con mantellina, copriscarpe e gambali giovani ragazzi belgi, quelli che forse un giorno saranno i nuovi Boonen e Cancellara vincitori di un Fiandre o di una Roubaix.
Se i cobble-stones già fanno tremare alla sola idea di doverli pedalare con l’asciutto su pendenze fino al 19% o in pianura a 40 chilometri all’ora, figuriamoci farlo con pioggia e pozze di fango. Ecco perché quando arriva la Ronde Van Vlaanderen i belgi, ma soprattutto i fiamminghi delle Ardenne, scendono sulle strade in migliaia per applaudire ed incitare tutti i corridori, nel giorno di quella che ogni anno è una vera e propria festa nazionale. Una volta giunti ad Oudennarde, a darci il benvenuto di casa, durante la serata di gala con la presentazione del mondiale giornalisti, sono stati niente meno che due ex campioni del mondo, monsieurs Freddy Maertens (mondiale di Ostuni 1976 e mondiale di Praga 1981; e 1 Vuelta a Espana) e Johan Museeuw (mondiale di Lugano 1996; 3 Fiandre e 3 Roubaix); il primo ci ha fatto da guida nel nuovo Centrum De Ronde Va Vlaanderen, museo dedicato alla storia del Giro delle Fiandre, ed il secondo lungo i percorsi della prova a cronometro e della gara in linea.
Le gare in programma erano infatti due: sabato 19 settembre è andata in scena una cronometro di 23 chilometri che includeva la scalata di 1.150 metri dell’Oude Kwaremont (con pendenza max dell’11%) e domenica 20 settembre la gara in linea su circuito di 13 chilometri da ripetersi cinque volte con il muro del Volkegemberg (1 chilometro con pendenza max del 12%), a seguire l’Holleweg un tratto di pianura in pavé lungo 900 metri più il ciottolato di 150 metri del Ruitersstraat, e quindi la discesa di 600 metri sul pavè del Kattenberg (con pendenza max dell’6%).

Photo by GripGrab Media Crew | Martin Paldan
A queste due gare ufficiali del fine settimana, era stata aggiunta quella non competitiva del venerdì con la cronoscalata del Koppenberg, denominata King e Queen of Koppenberg Challenge.
Il tutto si svolgeva con partenza ed arrivo da Oudennarde. Un mondiale giornalisti tra i più numerosi mai fatti fino ad oggi, con oltre 120 partecipanti, e con una concorrenza spietata, dato che quassù anche quello che arriva ultimo va molto, ma molto forte. Ma la Nazionale Italiana dei Giornalisti Ciclisti non si era fatta per niente intimorire, e guidata dal Presidente Roberto Ronchi si è presentata preparata e numerosa sia al maschile che al femminile.
Nazionale, che deve ringraziare ancora una volta il Presidente FCI Renato di Rocco che si è adoperato affinché i giornalisti ciclisti, arrivati ad Oudennarde, ricevessero la maglia ufficiale Castelli della Nazionale Italiana. Chi ha optato per unire l’agonismo al turismo è giunto nelle Ardenne con qualche giorno o una settimana di anticipo, dove oltre ad avere il tempo per studiare i percorsi delle gare, poteva andarsi a fare anche un delle Cycling Route. Ossia uno dei tre percorsi segnalati alla scoperta dei muri e dei tratti in pavé più famosi del Giro delle Fiandre: una blu route di 78 chilometri, una rossa di 114 chilometri e una gialla di 103 chilometri. Percorsi che si potevano tranquillamente fare anche con la nostra auto, fatta eccezione per il cosiddetto Muro di Grammont nei pressi di Geraardsbergen, detto anche De Muur, diventato monumento nazionale e quindi interdetto alle auto.
Una visita che non mi potevo perdere, poiché venire nelle Fiandre e non vedere De Muur è un po’ come andare a Roma e non vedere il Colosseo. Ci vado il venerdì, e mentre sulle pendenze al 20% faccio fatica a salire a piedi, ricordo Michele Bartoli che nel ’96 con uno scatto fulmineo (come se invece fosse su di una pendenza al 5%) andò a vincere, a sei chilometri dalla fine, il suo Fiandre in solitaria.
Devo dire che il controllo delle strade e del traffico nella città di Oudennarde durante le competizioni è stato sicuramente all’altezza di quello che si compete ad una gara ciclistica su strada e ad un Campionato del Mondo, seppur dei giornalisti, con tanto di tifo della gente locale, che ci ha fatti sentire quasi come ad un “mini” Fiandre. Dalle ricognizioni dei giorni precedenti si riusciva a prendere confidenza anche con il ciclismo alla belga, su pietre sconnesse e tratti di pavé in discesa.

Photo by GripGrab Media Crew | Martin Paldan
Si capiva la tecnica, con mani da tenere rigorosamente a centro manubrio, che per pedalare quassù (e non solo per copiare i professionisti della Roubaix, ma per pura necessità) doveva essere imbottito con doppio nastro o gel. Io per l’occasione avevo fatto preparare la mia bici dagli amici della Cicli Taddei, che per partecipare a questo evento mi hanno consigliato e messo a disposizione una Specialized SL4 sulla quale ho montato delle ruote Blow Racing Wheels di ultima generazione con disegno della pancia over-size a “U” e sezione da 25mm con tubolari dello stesso diametro. Come altezza ho scelto le 45mm, che mi potevano andar bene sia nei tratti in pianura che quelli in salita.
Devo dire che la reattività della bici e la rigidità delle ruote mi hanno aiutato molto! Anche se la sfortuna ci ha messo lo zampino con il cedimento della mia sella personale (non in carbonio o titanio) durante il primo giro della gara in linea (l’unica a cui ho partecipato), dove ero partito in una fuga a tre con l’inglese Julian Bray ed il collega italiano Graziano Calovi.

Photo by GripGrab Media Crew | Martin Paldan
Al pronti via del chilometro zero siamo scattati sul muro del Volkegenberg facendo il vuoto dietro, ma nel tratto di pietre in pianura dell’Holleweg ha ceduto la sella (rotta al centro, ma mi consentiva ancora di pedalare) facendomi perdere le ruote dei primi. Da li in avanti ho fatto da stopper per dare vantaggio al mio compagno di squadra, per poi cercare un piazzamento nel finale, con un ottavo posto in volata. Personalmente deluso e soddisfatto allo stesso tempo, poiché di quelle pietre sconnesse, neanche una uguale all’altra, su cui si ballava come al luna-park, ho comunque un bel ricordo e ne sento già la mancanza.

Photo by GripGrab Media Crew | Martin Paldan
E proprio adesso che ne sto parlando, sento ancora il rumore del ciottolio che riecheggia nelle mie orecchia. Mi dispiace, perché ci tenevo a portare l’iride nella mia redazione, che così poteva tingersi con i colori dell’arcobaleno. Ma ci proveremo sicuramente il prossimo anno in Grecia sull’isola di Creta. Quello del Belgio rimane comunque un ricordo indelebile nel tempo sia grazie alla magia del luogo che a quella della fotografia digitale, con le fantastiche immagini realizzate dal GripGrab Media Group by Martin Paldan.
Complimenti al collega e amico azzurro Graziano Calovi di TrentinoTv che ha battuto in volata l’inglese Bray, confermando l’ottima forma del giorno precedente dove era salito ancora sul podio, ma per la medaglia di bronzo nella prova a cronometro. Ottima anche la prestazione al femminile di Valentina Tanzi che si è portata a casa il titolo, anzi un pezzo di porfido da 5 chili con la scritta di Queen of the Koppenberg. Sfortunata invece nella gara in linea, dove la italo-svizzera del Canton Ticino poteva dire la sua, ma ha invece forato due volte dovendo abbandonare ogni velleità.
Quello delle Fiandre è un terreno dove non deve essere mai sottovalutato nessun dettaglio tecnico, come appunto dalle imbottiture sul manubrio, il nastro o la gomma sul porta borraccia (per non farle saltare via sul pavé) i tubolari o i copertoni da minimo 25mm o forse anche meglio da 28mm (gonfiati dalle 6 alle 7 atmosfere, dipende dal diametro usato e dalle condizioni atmosferiche, se asciutto o bagnato) e a questo punto devo dire anche la sella. Tanti consigli che avevo “rubato”, oltre che dal Leoncino delle Fiandre Michele Bartoli, anche dall’amico Francesco Casagrande, con il quale (abitando a due passi da casa mia) avevo condiviso qualche allenamento; io ovviamente sempre al gancio e lui pedalando fischiettando.
Al di la dei risultati ottenuti, quella nelle Fiandre è stata una trasferta apprezzata da tutti i colleghi giornalisti, sia della Nazionale Italiana che degli altri paesi. Un lungo fine settimana di festa e divertimento che ha lasciato in ognuno di noi la consapevolezza che da oggi in avanti potremo e dovremo guardare con molto più rispetto e ammirazione quegli eroi che ogni anno si danno battaglia nelle Classiche del Nord. Ed un esperienza nelle Fiandre è quella che consiglio ad ognuno dei nostri lettori durante quelle che in Belgio vengono chiamate le Cyclosportive, dei tour in bici organizzati dove si ha la scelta di almeno quattro percorsi molto ben indicati da frecce segnaletiche e ricchi di rifornimenti. A queste ciclo sportive di solito vi partecipano migliaia di cicloamatori o il giorno prima o quello dopo di una grande classica. Come ad esempio il Tour of Flanders Cyclo con 16.000 partecipanti www.rondevanvlanderen.com, oppure The Golden Flandrien, una gara di 250 chilometri che comprende 25 muri con un totale di 25 chilometri su pavè www.crvv/nl/330-de-gouden-flanderien. Cicloturisticamente parlando, e a mio modesto parere, chi vuole sentirsi completo nella sua esperienza ciclistica dovrebbe, almeno una volta nella vita, passare una settimana nelle Fiandre.
UCI WPCC (World Press Cycling Championship)
http://www.wpcc2015.be
Ringraziamenti:
Cicli Taddei (di Stefano Taddei)
per avermi fornito la Specialized SL4
Santa Croce sull’Arno (PI) – http://www.taddeimotocicli.it – tel. 0571 30.780
Blow Racing Wheels (di Maurizio La Pira)
per avermi fornito le ruote in carbonio Limitless45
San Casciano Val di Pesa (FI) – tel. 055 822.9969 – cell. 335 620.5188