Se la fai entri nella LEGGENDA.

È con questo slogan che la IX edizione della Capoliveri Legend Cup dell’Isola d’Elba promuove una tra le Marathon di mountain-bike più belle d’Italia, e forse del mondo.

Testo di Leonardo Olmi, foto di Leonardo Olmi, GioFoto e Organizzazione.

Forse non è stato del tutto un caso se per questa IX Edizione 2018 gli iscritti sono arrivati ancora al suo tetto massimo, quello di 2000, limite che per motivi organizzativi non può essere superato. Sono questi i numeri che confermano il successo della Capoliveri Legend Cup dell’Isola d’Elba. Numeri che richiedono un grande sforzo e un costante impegno da parte degli organizzatori che sono molto attenti a mantenere lo sviluppo di questa manifestazione nei parametri della sostenibilità per valorizzare l’Elba ed il comprensorio del Monte Calamita con il suo meraviglioso Capoliveri Bike Park, all’interno del quale si svolge. Il Capoliveri Bike Park si sviluppa per più di 100 km di sentieri e strade spettacolari ed interscambiabili tra loro. Il parco offre 5 percorsi permanenti di diversa difficoltà e lunghezza, ognuno dei quali è individuato da un colore e segnalato, sul territorio, da appositi cartelli che indicano il nome del percorso, la direzione da seguire, un numero riferito al punto in cui è collocato il segnale in modo che possa essere individuato sulla cartina e il nome della località in cui è collocato. I percorsi sono aperti a tutti i livelli di preparazione, dalle semplici strade bianche, ai single-track più impegnativi. E per chi poi non ha un grande allenamento oppure è un po’ in la con l’età, a Capoliveri si possono noleggiare bici con pedalata assistita di ultima generazione della Giant presso il RentElbaBike di Simone Bernardini. Nella mia mente sono ancora freschi i bellissimi ricordi di questo lungo weekend elbano baciato dal caldo e dal sole, durante il quale ho avuto la fortuna di essere coinvolto dall’atmosfera magica e dal fascino della Capoliveri Legend Cup. Una gara di mountain-bike di cui avevo sempre sentito parlare con entusiasmo, ma che non avevo ancora mai avuto occasione di “toccare con mano”, o meglio di pedalare con bici. Una manifestazione spettacolare, che durante il lungo weekend in cui va in scena ogni anno, a metà maggio, coinvolge tutta la parte sudorientale dell’Isola d’Elba. Ancora fresco del triathlon IronTouMtb, a cui avevo preso parte sole due settimane prima, e memore di fantastiche giornate di mare, sole e bici, sempre nella zona tra Capoliveri e Porto Azzurro in cui si svolgeva, non potevo fare a meno di esserci. Quindi, ho fatto di nuovo le valigie, ho messo la mia Epic S-Works preparata da Cicli Taddei sull’auto e venerdì 11 maggio ho preso un traghetto della Moby per Portoferraio. Grazie ad una macchina organizzatrice ampiamente collaudata e alla propria offerta innovativa, gli organizzatori della Capoliveri Legend Cup sono stati premiati dalla federazione internazionale ciclistica UCI che per la terza volta ha inserito la gara elbana nell’UCI MTB Marathon Series. Quindi, oltre alla classica LEGEND, anche la prova di Coppa del Mondo di quest’anno ha di nuovo stimolato un significativo impulso per il turismo dedicato alle bici sull’Isola d’Elba ed in particolar modo sul comprensorio del Monte Calamita, con le sue vecchie miniere di ferro, intorno al quale si trova il Capoliveri Bike Park.Grazie a un meteo da sogno, a uno scenario unico e a una organizzazione fluida, anche quest’anno la Capoliveri Legend è stata uno splendido biglietto da visita per il Bike Park e l’Isola d’Elba” ha dichiarato il presidente del comitato organizzatore Maurizio Melis. Il turismo legato alla mountainbike e alla bici in generale porta con sé un grande potenziale, facendo si che la stagione estiva inizi prima, dando di conseguenza ai posti letto e a tutti gli operatori turistici locali l’opportunità di essere sfruttati pienamente. Data l’importanza dell’evento, la gara è stata trasmessa anche in diretta Facebook, novità assoluta, mostrando le bellezze dell’Isola d’Elba in luoghi di grande attrazione per chi ama la mountain-bike. La grande festa della Legend ha avuto inizio con la simpatica e consueta Chiassi Cup del venerdì pomeriggio, la spettacolare XC Eliminator che si svolge tra i vicoli (detti appunto chiassi) e le scalinate di Capoliveri, con partenza ed arrivo dalla bellissima Piazza Matteotti, tra il tifo ed il calore del numeroso pubblico accorso. La kermesse ha visto trionfare Jessica Pellizzaro tra le donne e Michele Casagrande tra gli uomini.

L’evento clou del lungo fine settimana era, ovviamente, la Capoliveri Legend Cup che ha aperto le danze domenica 13 maggio con la UCI MTB Marathon Series, dando la precedenza al percorso Marathon, che anche quest’anno era valida come prova Marathon Nazionale e del Marathon Tour FCI. La partenza era fissata per le 8,30 del mattino e tra i big al via vi erano tutti i top team italiani, che hanno dato vita a una gara degna di un campionato nazionale. A contrastarli il Topeak Ergon del campione del mondo, l’austriaco Alban Lakata e il suo compagno Krisrian Hynek.

Oltre a loro era presente il DMT Racing Team con Tiago Ferreira e Hans Becking e tanti altri top riders. La Legend era valevole anche come quarta tappa sia della Coppa Toscana MTB che del Prestigio MTB 2018. Per entrare nella LEGGENDA, si doveva partecipare al percorso Marathon, ovviamente il più duro, con i suoi 78 km per un dislivello di circa 2950 metri, mentre al Classic, che partiva mezz’ora dopo il Marathon, era riservato il percorso ridotto di 50 km, ma sempre con un dislivello importante di circa 1700 metri. I due percorsi procedevano di pari passo per i primi chilometri, poi si separavano per incrociarsi di nuovo varie volte, ma la segnaletica era inconfondibile: cartello giallo con freccia nera per il Marathon e cartello bianco con freccia rossa per il Classic. Da notare che essendo una gara internazionale UCI, la segnaletica delle discese pericolose era contraddistinta, come da regolamento, da tre frecce verso il basso per la massima difficoltà due per quella media e una per quella facile.

E se per qualsiasi motivo si voleva cambiare percorso, non si poteva fare, dovevamo comunicare il nostro ritiro ai numerosi commissari di gara disposti lungo il tracciato e consegnare il chip per poi essere esclusi dalla classifica. Io mi sono registrato sul lungo di 78 km e devo dire che se prima di partire avevo qualche dubbio se l’avrei finita o meno, poi l’averlo completato mi ha lasciato ricordi indimenticabili. Dai panorami, al calore del pubblico, dalla spettacolarità dei sentieri del Capoliveri Bike Park, al ritorno nel passato e nella storia dell’isola d’Elba quando si sono attraversate le vecchie miniere del Monte Calamita. Un ricordo storico, quello dei minatori, che è stato rievocato sul Viale Italia con i canti dei minatori stessi a pochi minuti dallo start. Il bello di questa tanto giovane quanto altrettanto innovativa e strabiliante manifestazione è che tutto, o quasi tutto, si svolge intorno al paese di Capoliveri. Dal ritiro dei pacchi gara, che si trova al Palazzetto dello Sport, al pasta-party finale e le premiazioni, che si tengono nella bellissima Piazza Matteotti. Mentre la zona Expo è localizzata in pieno centro di Capoliveri, a fianco della Piazza del Cavatore, dove si trova anche l’area Team.

Gli alberghi sono tutti molto vicini e comodi, dislocati tra Pareti, Innamorata e Naregno, ma anche nei pressi di Porto Azzurro, Lacona e Lido di Capoliveri a non oltre dieci chilometri di distanza. Per trovare una sistemazione conforme alle nostre esigenze, oltre al sito della gara, si poteva fare riferimento anche a quello di Visit Elba e Isola d’Elba Online. Io ho alloggiato all’Hotel Antares, a Lido di Capoliveri, un bellissimo albergo in riva al mare con le sue dependance poste nella parte alta in mezzo alla pineta, ovviamente con vista mare. Come la maggior parte degli hotel dell’Elba, anche l’Antares è uno dei tanti bike-hotel attrezzati per offrire al ciclista tutto ciò che necessita, compresa una cucina a base di pesce, oltre che di carboidrati e proteine. Anche alla colazione non mancava mai niente, e come sanno tutti i ciclisti un’ottima colazione prima di uscire in bici è fondamentale! Quindi, la mattina della gara, faccio anch’io un’abbondante colazione che mi servirà per affrontare i 3000 metri di dislivello, metto la bici sull’auto e mi dirigo a Capoliveri. Una volta parcheggiata l’auto (per fortuna nonostante il paese sia piccolo, ci sono ampi parcheggi che lo circondano) mi dirigo in griglia dove posiziono la mia bici per poi andare a fare subito qualche scatto ai professionisti delle ruote grasse. Lo spettacolo ha inizio e l’adrenalina inizia a salire per tutti, pubblico compreso, specie grazie ai quattro speaker, tra cui anche l’amico Tiziano De Cristoforo, che andranno ad animare la diretta Facebook. La mia tattica è quella di partire con mezza borraccia, poiché al pronti via, dopo un giro intorno al paese, si va subito in salita, prima asfalto poi cemento e quindi sterrato su strada bianca con pendenze a due cifre vicine o superiori al 20%. Il cielo è azzurro, con qualche nuvola qua e là ed è prevista una giornata di sole con temperature che saliranno fino a 24°C. Ovviamente non può mancare la mia inseparabile macchinetta fotografica compatta e il telefono, che tengo a portata di mano su di una borsetta legata sul telaio dietro alla pipa manubrio. Non bella esteticamente, devo dire, ma indispensabile per svolgere il mio lavoro di “Reporter in Action”, che vive le esperienze in primis in modo da potervele raccontare sudando e soffrendo come tutti gli altri bikers. Quindi meglio limitare il peso della borraccia al minimo necessario, tanto in salita berrò poco, e in discesa mai, le mani dovranno stare ben strette sul manubrio. Il bello della LEGEND è che ad ogni ristoro (e ce ne sono ben sei) si troveranno sali minerali, acqua, coca-cola, crostate, frutta secca, banane e altro ancora. Dopo questa prima asperità, che conviene affrontare molto regolare e al cui culmine è posto il Gpm, inizia tutto un saliscendi in cui si alternano single-track a strade bianche, sentieri lungo la scogliera a tratti di asfalto che ci portano dall’Innamorata al Monte Calamita, dove si attraversano le vecchie miniere. Uno scenario spettacolare, fatto di panorami mozzafiato a picco sul mare che si alternano a tratti nel bosco, caratterizzato dalla tipica macchia mediterranea. Quando poi si andrà a vedere la planimetria scaricata su Strava, sembrerà di aver disegnato, con la propria bici, un labirinto intrecciato che è andato a coprire quasi ogni metro quadrato del bike-park che si trova sulla punta sud-orientale dell’Isola d’Elba, incredibile! Ma oltre alla concentrazione della gara necessaria per guidare il nostro mezzo, non dovremo mai dimenticare una delle regole fondamentali del ciclismo, ossia quella di “bere, bere, bere”, si perché il vero nemico della Legend possono essere i crampi, vista la lunghezza della gara e la durezza del percorso.

E sul finale, negli ultimi diciotto chilometri di gara, di bikers coi crampi ne ho visti tanti, già quando si risaliva dalla spiaggia di Naregno verso Capoliveri, ma poi anche quando si ripercorreva la prima salita del Gpm e lo strappo del Santuario della Modonna delle Grazie, posta ad un paio di chilometri dall’arrivo. Ma questa è la mountain-bike e anche questo fa parte del prezzo da pagare per potersi fregiare del titolo di eroi della LEGGENDA, con tanto di medaglia che ci verrà appesa al collo dalle belle miss dopo aver tagliato il traguardo. Una bellissima medaglia che quest’anno aveva anche il logo UCI con l’iride.

Ad ogni ristoro mi faccio riempire la borraccia dai numerosi volontari elbani, tra cui molti ragazzini, gentili, veloci e pronti ad incoraggiarti. Quindi pensieri da una parte, capo basso e continuare a spingere. Già, poi mi ricordo che io devo anche documentare la gara, questi momenti sono fondamentali, e quindi mi fermo, metto giù la bici e cerco di aspettare il momento giusto per lo scatto che meglio possa raccontare questi passaggi e ricordi che rimarranno indelebili, per sempre! Il tempo scorre, non importa, non sono qui per “fare” il tempo, ma per capire questa gara, capire perché tutti me ne parlavano in maniera entusiasta, capire perché tutti quelli che la fanno ci vogliono tornare. E tutto questo mi servirà a raccontare come mai in soli nove anni questo evento è cresciuto così tanto da costringere gli organizzatori a mettere un tetto massimo di iscritti. Forse perché tutti vogliano far parte della LEGGENDA? “The Wall Of The Legend”, il Muro della Leggenda, che qualcuno ha rinominato anche Muro del Pianto, mi aiuta molto a capire. Questo strappo di una ottantina di metri in salita (con pendenza media del 25%), che il Comune di Capoliveri ricava ogni anno su di un campo adiacente alla strada principale una settimana prima della gara, vede transitare sia il Marathon (a 12km dall’arrivo) che il Classic (a 5km dall’arrivo) in mezzo a due ali di folla scatenata con tanto di tifo da stadio. Ma tutta questa fatica non è sprecata, serve per farci godere dello scenario meraviglioso del Capoliveri Bike Park. Uno scenario che ci porta a pedalare da un estremo all’altro del promontorio con panorami che dalla spiaggia di Pareti e dell’Innamorata del versante occidentale, ci portano fino a quelli di Punta Calamita, Punta Rossa e di Punta dei Ripalti posti a sud. Per poi andare sul versante orientale da cui si ammira un panorama stupendo verso Porto Azzurro e Naregno. Quest’ultimo noto per i suoi famosi scalini, che i primi fanno in bici, ma che i più sono costretti a fare a piedi. Ma per tutti non manca mai il tifo del pubblico e dei turisti, che sorprendentemente abbandonano spiaggia, sdraio ed ombrellone per andarsi a vedere in diretta live una delle gare di mountain-bike più belle del mondo.

Una volta superata anche questa difficoltà, la LEGGENDA cresce sempre di più dentro ognuno di noi. Nonostante il tentativo di risparmiarsi e non esagerare, sul finale la fatica comincia un po’ a farsi sentire, anche se devo dire che grazie al rifornimento offerto dai ristori dell’organizzazione assunti con regolarità non ho sintomi di crampi. La bella giornata di sole, ci dà qualche motivo in più per non mollare e resistere fino all’arrivo di Capoliveri dove, anche l’ultimo biker sarà atteso e chiamato per nome dallo speaker Fabio Balbi e dove ci attende una grande festa finale. Nel frattempo che i comuni biker stanno ancora soffrendo a metà percorso, gli Elite della UCI MTB Marathon non si sono risparmiati per niente, dove alla fine l’ha spuntata il colombiano Leonardo Paez (Giant Polimedical), che sul finale prende quasi un minuto di vantaggio sul gruppetto di testa che vede giungere secondo, in volata, Francesco Casagrande su Alexey Medvedev e Juri Ragnoli. Nella gara al femminile è Elena Gaddoni (Cicli Taddei) che riesce a firmare l’albo d’oro della nona edizione della Legend. A completare il podio, troviamo rispettivamente Mara Fumagalli e la lituana Katazina Sosna.
Ma vediamo com’è andata nei dettagli la gara degli Elite:
Dopo la partenza a velocità controllata tra le stradine che si districano intorno a paese di Capoliveri per raggiungere il chilometro zero, il gruppo affronta la prima e lunga salita che servirà a scremare il gruppo fino al Gpm della Garitta, dove i primi a transitare sono Tiago Ferreira (DMT Racing Team) e Mara Fumagalli (Focus Xc Italy Team) in rappresentanza della corsa in rosa. Allo scalino in pietra, che si trova in fondo alla discesa dell’Asta, a transitare per primo è uno scatenato Alexey Medvedev (Cicli Taddei), con la sua nuova maglia bianca a stelle e strisce di Campione Europeo. Lo seguono a breve distanza il Campione Italiano Juri Ragnoli (Scott Racing Team), anch’egli riconoscibile da lontano grazie alla sua fiammante maglia tricolore conquistata l’anno scorso in Val di Sole, seguito da Hynek, e poco dopo tutti i top riders.

In prossimità del bellissimo scenario caratterizzato delle Miniere del Vallone, dopo circa una quindicina di chilometri di gara, la testa della corsa è in mano al colombiano Paez, seguito da Ragnoli, dal Campione Italiano XC Gerhard Kerschbaumer e quindi Medvedev. Dopo il famoso single track detto “Al Baroccio”, ossia al chilometro venticinque di gara, a guidare la corsa è ancora Paez alla cui ruota oltre a Kerschbaumer, Ragnoli, Medvedev si sono aggregati anche Michele Casagrande, Roel Paulissen, Francesco Casagrande e Cristiano Salerno. Sempre a questo stesso punto di gara, alla guida della corsa in rosa si trova la lituana Katazina Sosna (Torpado Südtirol) che precede di mezzo minuto abbondante Mara Fumagalli (Focus XC Italy Team) che a sua volta ha dietro di sé, a pochi secondi, Elena Gaddoni (Cicli Taddei).

È invece maggiore la distanza che separa Jessica Pellizzaro (Team Trek Selle San Marco) e la Campionessa Italiana Maria Cristina Nisi (Team Bike Innovation Focus Rosti) dalle prime tre donne. In fondo ai famosi scalini che portano sulla spiaggia di Naregno, ossia quando siamo a circa 55km di gara, a guidare il gruppo dei fuggitivi troviamo Kerschbaumer (Torpado Gabogas), seguito nell’immediato da Ragnoli.

Ma la dura salita in asfalto che riporta verso Capoliveri contribuisce a ricompattare il gruppo che sul famoso “Wall of the Legend”, a soli 18km al termine del Marathon, vede tre atleti uno accanto all’altro: Juri Ragnoli, Leonardo Paez e Francesco Casagrande, seguiti a vista d’occhio da Kerschbaumer. A pochi metri di distanza, e sempre tenendo i primi nel mirino, “spinti” dal tifo di due ali di folla in delirio, forzano i loro quadricipiti femorali sui pedali, per non far slittare la ruota posteriore, anche Medvedev, Paulissen e Salerno.

Ma il duro finale di gara, che quest’anno è stato modificato dagli organizzatori per renderlo ancora più duro e spettacolare, riserva ancora delle sorprese. Infatti, è il Colombiano Leonardo Paez il primo ad attaccare dando una bella “fiammata” che lo vede seguito in un primo momento solo dalla maglia tricolore di Ragnoli. Il Campione Italiano, con questo gesto, è sicuramente costretto ad un importante dispendio di energie che poi pagherà sul finale dove la “vecchia volpe” Francesco Casagrande, della Cicli Taddei, fa gioco di squadra con Alexey Medvedev conquistando la piazza d’onore e salendo sul podio con il Campione Europeo russo. Sconsolato, sfinito e probabilmente anche deluso Juri Ragnoli che si deve accontentare della medaglia di legno. Nel frattempo, anche la gara in rosa subisce delle modifiche in quanto la lituana Katazina Sosna, che aveva condotto il comando per maggior parte della gara, subisce un calo fisico che la vedrà superata prima da Elena Gaddoni della Cicli Taddei e poi da Mara Fumagalli, che completeranno in quest’ordine il podio. Medaglia di legno al femminile per Maria Cristina Nisi, quinta Jessica Pellizzaro.

La festa della Capoliveri Legend Cup si è conclusa al pomeriggio quando alle 15,00 erano in programma le premiazioni finali in Piazza Matteotti, proprio di fronte ai tavoli dove gli eroi delle Leggenda stavano consumando l’abbondante pasta-party finale. Una piazza, che come nei due giorni precedenti, si è riempita di bikers e famiglie al seguito. Vi ricordo che il servizio fotografico ufficiale della gara è stato realizzato dall’agenzia GioFoto. Tutti i partecipanti della Capoliveri Legend Cup, possono acquistare le loro foto tramite l’efficientissimo sito, che fin dal mercoledì sera seguente la gara, ha già reso disponibile il pacchetto comprendente stupende immagini scattate da esperti fotografi nei punti più strategici del percorso.

Classifica Marathon maschile
1 Paez Leon Hector Leonardo (Team Giant Polymedical) 03:40:56.29
2 Casagrande Francesco (Cicli Taddei) 03:41:50.77
3 Medvedev Alexey (Cicli Taddei) 03:41:51.03
4 Ragnoli Juri (Scott Racing Team) 03:41:52.28
5 Kerschbaumer Gerhard (Torpado Gabogas) 03:42:57.28
6 Salerno Cristiano (Scott Racing Team) 03:44:23.52
7 Lakata Alban (Canyon Topeak) 03:44:26.02
8 Ilias Periklis (Giant-Liv Polimedical) 03:44:27.02
9 Sarai Pietro (Scott Racing Team) 03:44:27.27
10 Favilli Elia (Team Bike Innovation Focus Rosti) 03:45:04.77

Classifica Marathon femminile
1 Gaddoni Elena (Cicli Taddei) 04:24:39.51
2 Fumagalli Mara (Focus Xc Italy Team) 04:26:48.26
3 Sosna Katazina (Torpado-Südtirol International Mtb Pro Team) 04:28:12.50
4 Nisi Maria Cristina (Team Bike Innovation Focus Rosti) 04:33:00.21
5 Pellizzaro Jessica (Team Trek Selle San Marco) 04:35:00.96
6 Ribechini Valentina (Ciclissimo Bike Team) 04:47:31.68
7 Fasolis Costanza (Team Giant Polymedical Official Team) 04:49:25.51
8 Burato Chiara (Focus Xc Italy Team) 04:56:55.82
9 Gastaldi Elisa (Team Passion Faentina) 04:57:53.95
10 Scipioni Silvia (Cicli Taddei) 04:59:31.70

Le classifiche e tutti i tempi si possono trovare qui 

 

 

 

Capoliveri Legend Cup

 

 

 

Capoliveri Bike Park

 

 

 

Visit Elba

 

 

 

 

Isola d’Elba Online

 

 

Servizio Fotografico by GioFoto

 

 

 

 

 

Hotel Antares, Lido di Capoliveri

 

 

Rent Elba Bike

 

 

 

 

 

Traghetti Moby-Toremar

 

 

 

 

VIDEO della IX Edizione:

 

Photo Gallery:

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