La Capoliveri Legend Cup dell’Isola d’Elba compie 10 anni ed è ancora prova internazionale UCI MTB Marathon Series.
Testo di Leonardo Olmi, foto di Leonardo Olmi, SportShot ed Organizzazione.
Come l’anno scorso, vi era un tetto massimo di 2000 iscritti che segnava il sold-out già da tempo. Ma lo sappiamo, i ragazzi del Capoliveri Bike Park, capitanati dal suo Presidente Maurizio Melis, hanno il cuore grande e lo spirito d’accoglienza degli elbani è immenso, così che per festeggiare questi primi dieci anni di LEGGENDA l’asticella è stata spostata a quota 2400 partenti, facendo brulicare di bikers con famiglie al seguito il piccolo paese di Capoliveri all’Isola d’Elba per il lungo weekend dal 10 al 12 maggio. Si, perché quest’anno la gara era stata spostata al sabato e non si correva alla domenica, come gli scorsi anni. Tutto questo per consentire al popolo della mountainbike di potersi rilassare il giorno dopo la gara, senza lo stress di dover fare i bagagli in fretta e furia per correre a Portoferraio a prendere il traghetto la domenica sera, dopo una faticosa Marathon che, esclusi i big, il biker medio percorre in circa 5 ore.
Sono questi i numeri che confermano il successo della Capoliveri Legend Cup dell’Isola d’Elba. Numeri che richiedono un grande sforzo e un costante impegno da parte degli organizzatori, che sono molto attenti a mantenere lo sviluppo di questa manifestazione nei parametri della sostenibilità per valorizzare l’Elba ed il comprensorio del Monte Calamita con il suo meraviglioso Capoliveri Bike Park, all’interno del quale si svolge.
Il Capoliveri Bike Park si sviluppa per più di 100 km di sentieri e strade spettacolari ed interscambiabili tra loro. Il parco offre 5 percorsi permanenti di diversa difficoltà e lunghezza, ognuno dei quali è individuato da un colore e segnalato, sul territorio, da appositi cartelli che indicano il nome del percorso, la direzione da seguire, un numero riferito al punto in cui è collocato il segnale in modo che possa essere individuato sulla cartina e il nome della località in cui è collocato.
I percorsi sono aperti a tutti i livelli di preparazione, dalle semplici strade bianche, ai single-track più impegnativi. E per chi poi non ha un grande allenamento oppure è un po’ in la con l’età, a Capoliveri si possono noleggiare bici con pedalata assistita di ultima generazione della Giant presso il RentElbaBike di Simone Bernardini.
Nella mia mente sono ancora freschi i bellissimi ricordi di questo lungo weekend elbano baciato dal caldo e dal sole, durante il quale ho avuto la fortuna di essere coinvolto dall’atmosfera magica e dal fascino della Capoliveri Legend Cup. Una gara di mountain-bike a cui dopo avervi partecipato per la prima volta l’anno scorso, non potevo fare a meno di tornare.
Una manifestazione spettacolare, che durante il lungo weekend in cui va in scena ogni anno, a metà maggio, coinvolge tutta la parte sudorientale dell’Isola d’Elba. Quindi, ho fatto di nuovo le valigie, ho messo la mia Epic S-Works preparata da Cicli Taddei (che quest’anno era uno dei main sponsor, insieme a Specialized, dell’evento) sull’auto e giovedì 9 maggio ho preso un traghetto della Moby-Toremar per Portoferraio.
Grazie ad una macchina organizzatrice ampiamente collaudata e alla propria offerta innovativa, gli organizzatori della Capoliveri Legend Cup sono stati nuovamente premiati dalla federazione internazionale ciclistica UCI che per la quarta volta ha inserito la gara elbana nell’UCI MTB Marathon Series.
Quindi, oltre alla classica LEGEND, anche la prova di Coppa del Mondo di quest’anno ha di nuovo stimolato un significativo impulso per il turismo dedicato alle bici sull’Isola d’Elba ed in particolar modo sul comprensorio del Monte Calamita, con le sue vecchie miniere di ferro, intorno al quale si trova il Capoliveri Bike Park.
Grazie a un meteo da sogno, a uno scenario unico e a una organizzazione fluida, anche quest’anno la Legend Cup è stata uno splendido biglietto da visita per il Bike Park e tutta l’Isola d’Elba.
Il turismo legato alla mountainbike e alla bici in generale porta con sé un grande potenziale, facendo si che la stagione estiva inizi prima, dando di conseguenza ai posti letto e a tutti gli operatori turistici locali l’opportunità di essere sfruttati pienamente.
Data l’importanza dell’evento, la gara è stata trasmessa anche in diretta Facebook, novità assoluta, mostrando le bellezze dell’Isola d’Elba in luoghi di grande attrazione per chi ama la mountain-bike. La grande festa della Legend ha avuto inizio con la conferenza stampa che si è tenuta sull’anfiteatro antistante la bellissima Piazza Matteotti, dove erano presenti i Big della mountainbike internazionale:
dal pluricampione del mondo Alban Lakata al Team Vitalo-Future Cycling con Kristian Hynek e il compagno Martin Stošek, oltre a personaggi che hanno fatto la storia delle ruote grasse, come il francese Miguel Martinez, campione olimpico a Sydney nel 2000.
Ovviamente non potevano mancare gli italiani Juri Ragnoli, pluricampione italiano e Samuele Porro, l’attuale Campione Italiano Marathon. Ma anche Fabian Rabensteiner, Gerhard Kerschbaumer e l’inossidabile Francesco Casagrande, tutti accompagnati dal CT della Nazionale Italiana Mirko Celestino, venuto a supervisionare i suoi atleti.
Molto attesa anche la presenza di colui che era il testimonial di questa X Anniversary, ossia l’attuale Campione Europeo Alexey Medvedev. Tra le donne erano presenti in conferenza anche la Campionessa Italiana Marathon Mara Fumagalli e la vincitrice della scora edizione della Legend Elena Gaddoni.
Presente anche quest’anno il giovane professionista su strada Simone Velasco, recente vincitore del trofeo Laigueglia.
La Capoliveri Legend Cup ha aperto le danze sabato 11 maggio con la UCI MTB Marathon Series, dando la precedenza al percorso Marathon, che anche quest’anno era valida come prova Marathon Nazionale e del Marathon Tour FCI. La partenza era fissata per le 8,30 del mattino. La Legend era valevole anche come quarta tappa della Coppa Toscana MTB e terza tappa del Prestigio MTB.
Per entrare nella LEGGENDA, si doveva partecipare al percorso Marathon, ovviamente il più duro, con i suoi di 80 km per un dislivello di circa 3000 metri, mentre al Classic, che partiva mezz’ora dopo il Marathon, era riservato il percorso ridotto di 50 km, ma sempre con un dislivello importante di circa 1700 metri.
I due percorsi procedevano di pari passo per i primi chilometri, poi si separavano per incrociarsi di nuovo varie volte, ma la segnaletica era inconfondibile: cartello con freccia gialla per il Marathon e cartello bianco con freccia rossa per il Classic.
Da notare che essendo una gara internazionale UCI, la segnaletica delle discese pericolose era contraddistinta, come da regolamento, da tre frecce verso il basso per la massima difficoltà due per quella media e una per quella facile. E se per qualsiasi motivo si voleva cambiare percorso, non si poteva fare, dovevamo comunicare il nostro ritiro ai numerosi commissari di gara disposti lungo il tracciato e consegnare il chip per poi essere esclusi dalla classifica.
Io mi sono registrato sul lungo di 80 km e devo dire che l’averlo concluso mi ha lasciato, ancora una volta, ricordi indimenticabili. Dai panorami, al calore del pubblico, dalla spettacolarità dei sentieri del Capoliveri Bike Park, al ritorno nel passato e nella storia dell’isola d’Elba quando si sono attraversate le vecchie miniere del Monte Calamita.
Un ricordo storico, quello dei minatori, che è stato rievocato sul Viale Italia con i canti dei minatori stessi a pochi minuti dallo start. Il bello di questa tanto giovane quanto altrettanto innovativa e strabiliante manifestazione è che tutto, o quasi tutto, si svolge intorno al paese di Capoliveri.
Dal ritiro dei pacchi gara, che si trova al Palazzetto dello Sport, il pasta-party finale che da quest’anno è stato spostato al Campo Sportivo, allele premiazioni che si tengono nella bellissima Piazza Matteotti.
Mentre la zona Expo è localizzata in pieno centro di Capoliveri, a fianco della Piazza del Cavatore, dove si trova anche l’area Team. Gli alberghi sono tutti molto vicini e comodi, dislocati tra Pareti, Innamorata e Naregno, ma anche nei pressi di Porto Azzurro, Lacona e Lido di Capoliveri a non oltre dieci chilometri di distanza.
Per trovare una sistemazione conforme alle nostre esigenze, oltre al sito della gara, si poteva fare riferimento anche a quello di Visit Elba e Isola d’Elba Online. Io ho alloggiato all’Hotel Villa Wanda, posto di fronte al bivio per Lido di Capoliveri, un bellissimo albergo in collina con le sue dependance poste nella parte alta in mezzo alla pineta, ovviamente con vista mare. Come la maggior parte degli hotel dell’Elba, anche Villa Wanda è uno dei tanti bike-hotel attrezzati per offrire al ciclista tutto ciò che necessita, compresa una cucina a base di pesce, oltre che di carboidrati e proteine. Anche alla colazione non mancava mai niente, e come sanno tutti i ciclisti un’ottima colazione prima di uscire in bici è fondamentale!
Quindi, la mattina della gara, faccio anch’io un’abbondante colazione che mi servirà per affrontare i 3000 metri di dislivello, metto la bici sull’auto e mi dirigo a Capoliveri. Una volta parcheggiata l’auto (per fortuna nonostante il paese sia piccolo, ci sono ampi parcheggi che lo circondano) mi dirigo in griglia dove posiziono la mia bici per poi andare a fare subito qualche scatto ai professionisti delle ruote grasse. Lo spettacolo ha inizio e l’adrenalina inizia a salire per tutti, pubblico compreso, specie grazie ai quattro speaker Paolo Malfer, Flavia Bisaro, Fabio Balbi, Isabella Branca e Tiziano De Cristoforo, che andranno ad animare la diretta Facebook.
La mia tattica è quella di partire con mezza borraccia, poiché al “pronti-via” si va subito in salita, prima asfalto poi cemento e quindi sterrato su strada bianca con pendenze a due cifre vicine o superiori al 20%. Il cielo è azzurro, con qualche nuvola qua e là ed è prevista una giornata di sole con temperature che saliranno fino a 20°C. Ovviamente non può mancare la mia inseparabile macchinetta fotografica compatta e il telefono, che tengo a portata di mano su di una borsetta legata sul telaio dietro alla pipa manubrio. Non bella esteticamente, devo dire, ma indispensabile per svolgere il mio lavoro di “Reporter in Action”, che vive le esperienze in primis in modo da potervele raccontare sudando e soffrendo come tutti gli altri bikers.
Quindi meglio limitare il peso della borraccia al minimo necessario, tanto in salita berrò poco, e in discesa mai, le mani dovranno stare ben strette sul manubrio. Il bello della LEGEND è che ad ogni ristoro (e ce ne sono ben sei) si troveranno sali minerali, acqua, coca-cola, crostate, frutta secca, banane e altro ancora.
Dopo questa prima asperità, che conviene affrontare molto regolare e al cui culmine è posto il Gpm, inizia tutto un saliscendi in cui si alternano single-track a strade bianche, sentieri lungo la scogliera a tratti di asfalto che ci portano dall’Innamorata al Monte Calamita, dove si attraversano le vecchie miniere.
Uno scenario spettacolare, fatto di panorami mozzafiato a picco sul mare che si alternano a tratti nel bosco, caratterizzato dalla tipica macchia mediterranea.
Quando poi si andrà a vedere la planimetria scaricata su Strava, sembrerà di aver disegnato, con la propria bici, un labirinto intrecciato che è andato a coprire quasi ogni metro quadrato del bike-park che si trova sulla punta sud-orientale dell’Isola d’Elba con l’introduzione, da quest’anno, di un nuovo single-tack pieno di tornanti che sembrano tuffarsi in mare, incredibile!
Ma oltre alla concentrazione della gara necessaria per guidare il nostro mezzo, non dovremo mai dimenticare una delle regole fondamentali del ciclismo, ossia quella di “bere, bere, bere”, si perché il vero nemico della Legend possono essere i crampi, vista la lunghezza della gara e la durezza del percorso.
E sul finale, negli ultimi diciotto chilometri di gara, di bikers coi crampi ne ho visti tanti, già quando si risaliva dalla spiaggia di Naregno verso Capoliveri, ma poi anche quando si ripercorreva la prima salita del Gpm e lo strappo del Santuario della Modonna delle Grazie, posta ad un paio di chilometri dall’arrivo.
Ma questa è la mountain-bike e anche questo fa parte del prezzo da pagare per potersi fregiare del titolo di eroi della LEGGENDA, con tanto di medaglia che ci verrà appesa al collo dalle belle miss dopo aver tagliato il traguardo, che era posto proprio all’interno del paese. Una bellissima medaglia che anche quest’anno aveva il logo UCI con l’iride.
Ad ogni ristoro mi faccio riempire la borraccia dai numerosi volontari elbani, tra cui molti ragazzini, gentili, veloci e pronti ad incoraggiarti. Quindi pensieri da una parte, capo basso e continuare a spingere. Già, poi mi ricordo che io devo anche documentare la gara, questi momenti sono fondamentali, e quindi mi fermo, metto giù la bici e cerco di aspettare il momento giusto per lo scatto che meglio possa raccontare questi passaggi e ricordi che rimarranno indelebili, per sempre!
Il tempo scorre, non importa, non sono qui per “fare” il tempo, ma per capire questa gara, capire perché tutti me ne parlavano in maniera entusiasta, capire perché tutti quelli che la fanno ci vogliono tornare. E tutto questo mi servirà a raccontare come mai in soli nove anni questo evento è cresciuto così tanto da costringere gli organizzatori a mettere un tetto massimo di iscritti.
Forse perché tutti vogliano far parte della LEGGENDA? “The Wall of Legend”, il Muro della Leggenda, che qualcuno ha rinominato anche Muro del Pianto, mi aiuta molto a capire.
Questo strappo di una ottantina di metri in salita (con pendenza media del 25%), che il Comune di Capoliveri ricava ogni anno su di un campo adiacente alla strada principale una settimana prima della gara, vede transitare sia il Marathon (a 12km dall’arrivo) che il Classic (a 5km dall’arrivo) in mezzo a due ali di folla scatenata con tanto di tifo da stadio e con l’incitamento dello speaker Tiziano De cristoforo che chiama il tuo nome leggendolo dal numero che hai sia sul manubrio che dietro la maglia.
Questa è la Legend Cup, che come a tutti i più grandi eventi il servizio di cronometraggio è affidato a Datasport con tanto di cip posto dietro al numero. Ma tutta questa fatica non è sprecata, serve per farci godere dello scenario meraviglioso del Capoliveri Bike Park.
Uno scenario che ci porta a pedalare da un estremo all’altro del promontorio con panorami che dalla spiaggia di Pareti e dell’Innamorata del versante occidentale, ci portano fino a quelli di Punta Calamita, Punta Rossa e di Punta dei Ripalti posti a sud
. Per poi andare sul versante orientale da cui si ammira un panorama stupendo verso Porto Azzurro e Naregno. Quest’ultimo noto per i suoi famosi scalini, che i primi fanno in bici, ma che i più sono costretti a fare a piedi. Ma per tutti non manca mai il tifo del pubblico e dei turisti, che sorprendentemente abbandonano spiaggia, sdraio ed ombrellone per andarsi a vedere in diretta live una delle gare di mountain-bike più belle del mondo. Una volta superata anche questa difficoltà, la LEGGENDA cresce sempre di più dentro ognuno di noi.
Nonostante il tentativo di risparmiarsi e non esagerare, sul finale la fatica comincia un po’ a farsi sentire, anche se devo dire che grazie al rifornimento offerto dai ristori dell’organizzazione assunti con regolarità non ho sintomi di crampi. La bella giornata di sole, ci dà qualche motivo in più per non mollare e resistere fino all’arrivo di Capoliveri dove, anche l’ultimo biker sarà atteso e chiamato per nome dallo speaker Fabio Balbi e dove ci attende una grande festa finale.
Nel frattempo che i comuni biker stanno ancora soffrendo a metà percorso, gli Elite della UCI MTB Marathon non si sono risparmiati per niente, dove alla fine l’ha spuntata il colombiano Martin Stošek (Vitalo-Future Cycling), che sul finale prende quasi tre minuti di vantaggio sul gruppetto di testa che vede giungere secondo Juri Ragnoli e terzo Samuele Porro.
Nella gara al femminile è Mara Fumagalli (Focus XC Italy Team) che riesce a firmare l’albo d’oro della decima edizione della Legend. A completare il podio, troviamo rispettivamente Maria Cristina Nisi e Martina Berta.
Ma vediamo com’è andata nei dettagli la gara degli Elite:
Dopo la partenza il gruppo inizia ad arrampicarsi sulla prima e lunga salita, quella che porta al Gpm denominato “La Garitta”. Le pendenze oltre il 23% allungano subito il gruppo che procede in fila indiana a velocità sostenuta, nonostante, appunto, le pendenze a due cifre. La davanti a fare il ritmo si mette fin da subito il russo Alexey Medvedev seguito da Gerhard Kerschbaumer, Daniele Mensi e il ceco Martin Stošek.
Dopo circa 40km di gara alcuni dei favoriti accusano un calo fisico ed al comando troviamo la coppia Kerschbaumer e Stosek, con al loro inseguimento Mensi, Medvedev e Porro. Dopo circa 65km, ossia dopo aver passato i famosi scalini della spiaggia di Naregno ed essere risaliti verso Capoliveri su asfalto, al passaggio dal famoso “Muro della Leggenda”, Stošek é solitario al comando, inseguito da Kerschbaumer, attardato da una foratura, poi Juri Ragnoli in rimonta, seguito da Rabensteiner e Cominelli.
Il forte biker delle Repubblica Ceca mantiene un ritmo elevato, mentre Kerschbaumer cala e viene saltato da molti concorrenti. Sul traguardo è Stošek a trionfare, portando a tre le vittorie ceche nelle ultime quattro edizioni, dopo quelle di Hynek del 2016 e 2017.
Sulla piazza d’onore troviamo Juri Ragnoli, autore di una grande rimonta, con Fabian Rabensteiner a completare il podio. Quarto chiude il tre volte campione del mondo Alban Lakata, seguito da Cristian Cominelli, Samuele Porro, Jacopo Billi, Stefano Valdrighi, Johnny Cattaneo e Kristian Hynek.
La festa della Capoliveri Legend Cup si è conclusa al pomeriggio quando alle 17,00 erano in programma le premiazioni finali in Piazza Matteotti. Una piazza, che come nei due giorni precedenti, si è riempita di bikers e famiglie al seguito. E come da tradizione, sui trofei dei vincitori del percorso Marathon, sia al maschile che al femminile, è stata posta la targhetta con il nome del trionfatore di ogni edizione, un po’ come viene fatto sul trofeo senza fine del Giro d’Italia.
Vi ricordo che il servizio fotografico ufficiale della gara è stato realizzato dall’agenzia SportShot. Tutti i partecipanti della GF Strade Bianche, possono acquistare le loro foto tramite l’efficientissimo sito, che fin da lunedì sera aveva già reso disponibile il pacchetto comprendente stupende immagini scattate da esperti fotografi nei punti più strategici del percorso.
Mentre il video della X Anniversary Capoliveri Legend Cup è stato realizzato da MTB Channel e lo potete vedere cliccando qui o sotto
Classifica Marathon maschile
1 Stosek Martin – Vitalo-Future Cycling – 3:36.34,4
2 Ragnoli Juri – Scott Racing Team – 3:39.48,1
3 Rabensteiner Fabian – Team Trek-Selle San Marco – 3:42.20,4
4 Lakata Alban – Team Bulls – 3:43.37,3
5 Cominelli Cristian – Soudal Leecougan Mtb Racing – 3:44.34,7
6 Porro Samuele – Team Trek-Selle San Marco – 3:45.42,0
7 Billi Jacopo – Cicli Olympia – 3:46.17,4
8 Valdrighi Stefano – Soudal Leecougan Mtb – 3:46.28,3
9 Cattaneo Johnny – Wilier 7c Force – 3:46.31,1
10 Hynek Kristian – Vitalo-Future Cycling – 3:46.49,3
Classifica Marathon femminile
1 Fumagalli Mara – Focus XC Italy Team – 4:17.32,6
2 Nisi Maria Cristina – New Bike 2008 Racing Team – 4:35.40,2
3 Berta Martina – Torpado Ursus – 4:35.54,8
4 Gastaldi Elisa – ASD SM BIKE – 4:43.28,3
5 Ravaioli Gaia – KTM Alchemist Selle Smp Dama – 4:48.02,4
6 Burato Chiara – Omap Cicli Andreis – 4:48.25,3
7 Mazzucotelli Simona – Massi’ Supermercati – 4:54.56,7
8 Rinaldi Pamela – Ciclissimo Bike Team – 5:04.08,2
9 Garattini Valentina – Niardo For Bike – 5:05.52,5
10 Colpo Ylenia – Team Tek Series – 5:06.19,3
Le classifiche e tutti i tempi si possono trovare cliccando qui (Datasport)
Hotel Villa Wanda, Lido di Capoliveri
Servizio Fotografico Ufficiale – SportShot
Photo Gallery:
salve dove posso scaricare le foto dell’artico di campo liveri?
me ne interessa 1 in particolare perché faccio parte della medesima
In atteso di info ringrazio per la vostra cortese attenzione
Saluti
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Salve, scarichi il file che ha visto e ce lo invii a cycling360.net@gmail.com indichi la sua mail e glielo mandiamo senza scritta centrale.
Saluti
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