La Dolomiti Superbike festeggia un quarto di secolo.

Sono 25 anni che la Marathon di Villabassa promuove con lo slogan “Explore The Legend” una tra le gare di mountain-bike più belle d’Italia, e forse del mondo.

Testo di Leonardo Olmi, foto di Leonardo Olmi, Sportograf e Organizzazione.

Non credo sia un caso se per le Nozze d’Argento della Dolomiti Superbike gli iscritti hanno superato ancora una volta quota 4000. Sono questi i numeri che confermano il successo della cosiddetta The Legend di Villabassa. Numeri che richiedono un grande sforzo e un costante impegno da parte degli organizzatori che sono molto attenti a mantenere lo sviluppo di questa manifestazione nei parametri della sostenibilità per valorizzare il Südtirol ed il comprensorio di San Candido e Villabassa con alle spalle alcune tra le montagne e laghi più belli delle Dolomiti, che dal 2009 sono Patrimonio dell’Umanità, un World Heritage come si dice in inglese. Nella mia mente sono ancora freschi i bellissimi ricordi di questo lungo weekend sulle Dolomiti, dall’11 al 14 luglio, durante il quale ho avuto la fortuna di essere coinvolto dall’atmosfera magica e dal fascino della Dolomiti Superbike. Una gara di mountainbike di cui avevo sempre sentito parlare con entusiasmo, ma che non avevo ancora mai avuto occasione di “toccare con mano”, o meglio di pedalare con bici. Una manifestazione spettacolare, che durante il lungo weekend cui va in scena ogni anno, la seconda settimana di luglio, coinvolge tutta la parte nordorientale del Trentino-Alto Adige Südtirol della Val Pusteria al confine con l’Austria. Ancora fresco della Maratona delle Dolomiti, a cui avevo preso parte la domenica precedente, e memore di fantastiche pedalate intorno al cosiddetto Sellaronda, non potevo fare a meno di esserci. Quindi, ho fatto di nuovo le valigie, ho messo la mia Epic S-Works, preparata da Cicli Taddei, sull’auto e giovedì 11 luglio ho impostato il mio navigatore in direzione Villabassa. Grazie ad una macchina organizzatrice ampiamente collaudata e alla propria offerta innovativa, gli organizzatori della Dolomiti Superbike con a capo il suo Deus Ex Machina Kurt Ploner (Presidente del Comitato Organizzatore), sono stati premiati negli anni da una sempre crescente popolarità e richiesta di partecipazioni, sia per la meraviglia del luogo in cui si svolge la gara, che per il suo percorso non troppo tecnico, ossia adatto un po’ a tutti i livelli di preparazione e, come si dice in gergo, più da stradisti. Ma questo non toglie la possibilità di divertirsi, poiché pedalare in mountainbike, vuol dire sempre e comunque pedalare in mezzo alla natura, al bosco, sui sentieri, le mulattiere e le strade bianche che non sono accessibili alle bici da strada. E quindi fare la Superbike vuol dire proprio esplorare qualcosa di leggendario, e lo slogan Explore The Legend è perfetto, a dimostrazione del fatto che si possono ammirare panorami con scenari da sogno che altrimenti non si potrebbero vedere né in auto né in bici da strada.

Ecco perché chi la fa ci torna ed ogni anno trova il percorso invertito, mai come l’anno precedente, e questa è un’altra fantastica invenzione degli organizzatori delle Dolomiti Superbike. Il turismo legato alla mountainbike e alla bici in generale porta con sé un grande potenziale, facendo si che la stagione estiva inizi prima, dando di conseguenza ai posti letto e a tutti gli operatori turistici locali l’opportunità di essere sfruttati pienamente. La grande festa della Superbike ha avuto inizio con la conferenza stampa di venerdì 12 luglio che si è tenuta sul palco antistante la bellissima Von Kurs Plaz, dove erano presenti i Big della mountainbike internazionale: dal pluricampione del mondo Alban Lakata al Team Vitalo-Future Cycling con Kristian Hynek e il compagno Martin Stošek. Ovviamente non potevano mancare gli italiani Juri Ragnoli, pluricampione italiano e Samuele Porro, l’attuale Campione Italiano Marathon. Ma anche i due colombiani Leonardo Paez e Arias Cuervo, ed il neo Campione Europeo Marathon Tiago Ferreira. Tra le donne erano presenti in conferenza anche la neo Campionessa sia Italiana che Europea Marathon Mara Fumagalli, la Campionessa Lituana Katazina Sosna e la slovena Blaza Pintaric.

Per entrare nella Leggenda, si doveva partecipare al percorso Marathon, ovviamente il più duro, con i suoi di 113 km per un dislivello di circa 3357 metri, mentre al Classic, che partiva mezz’ora dopo il Marathon, era riservato il percorso ridotto di 60 km, ma sempre con un dislivello importante di circa 1785 metri. I due percorsi procedevano di pari passo per i primi chilometri, poi si separavano per incrociarsi di nuovo in zona Dobbiaco, da dove procedevano insieme fino al lago di Landro, quindi la scalata a Prato Piazza e la parte finale in discesa fino a Villabassa. Io mi sono registrato sul lungo di 113 km e devo dire che se prima di partire avevo qualche dubbio in merito alla scelta fatta, poi l’averla finita in un tempo di 6h29’ con vari stop dedicati a foto e video mi ha lasciato ricordi indimenticabili. Dai panorami, al calore del pubblico, dalla spettacolarità dei sentieri del Südtirol orientale, all’ammirazione di questo nostro patrimonio italiano rappresentato dalle nostre Dolomiti, con il suo Lago di Dobbiaco, le Tre Cime di Lavaredo e quello che più mi ha lasciato un flash indelebile nella mia mente, il panorama che si ammira una volta usciti dal bosco nell’ascesa di 6 km a Prato Piazza. Mi sembrava di essere in Paradiso, o forse in un sogno, non sapevo se fermarmi e sedermi ad ammirare la vista spettacolare con il verde dei prati da cui si scagliavano verso il blu del cielo i monti pallidi di colore grigio delle Dolomiti, oppure continuare a “fare” la gara. Ho dato nel mezzo e mi son fermato per qualche minuto a fare foto e video da portare a casa nei miei ricordi, anche se non ce n’era bisogno, poiché tutto è ancora lì, impresso sul “negativo” a colori da qualche parte nella mia mente. Anche se poi ad impressionare per sempre i nostri ricordi ci hanno pensato i bravissimi fotografi di Sportograf, l’agenzia ufficiale della Dolomiti Superbike, che nascosti dietro i cespugli bloccavano in un clic le nostre gesta, con la faccia stremata non si sa se dalla fatica o dallo stupore di quello che vedevamo intorno a noi. Ma si poteva tranquillamente proseguire, poiché dopo uno scenario da cartolina, ne arrivava uno da poster e poi uno da screen saver, e così via. Una meraviglia che solo un Patrimonio dell’Unesco, quale quello delle Dolomiti, ci può regalare. Il bello di questa strabiliante manifestazione è che tutto si svolge intorno al paese di Villabassa. Dal ritiro dei pacchi gara, che si trova al Palazzetto dello Sport insieme all’area Team, al pasta-party finale, ma anche la zona Expo e le premiazioni che si tengono nella bellissima Von Kurs Plaz. Gli alberghi sono tutti molto vicini e comodi, dislocati tra Villabassa, Dobbiaco, San Candido e Monguelfo-Tesido. Io ho alloggiato all’Hotel Bachmann, a Villabassa, un bellissimo albergo proprio di fronte alla Von Kurs Plaz, quindi a due passi da zona Expo e zona di Partenza/Arrivo. Come la maggior parte degli hotel della Val Pusteria, anche l’Hotel Bachmann è uno dei tanti bike-hotel attrezzati per offrire al ciclista tutto ciò che necessita, compresa una cucina a base di carboidrati, oltre ad uno ottima scelta di carni ricche di proteine. Anche alla colazione non mancava mai niente, e come sanno tutti i ciclisti un’ottima colazione prima di uscire in bici è fondamentale!

Quindi, la mattina della gara, faccio anch’io un’abbondante colazione che mi servirà per affrontare i quasi 3400 metri di dislivello, esco di camera e mi dirigo in griglia dove posiziono la mia bici per poi andare a fare subito qualche scatto ai professionisti delle ruote grasse. Lo spettacolo ha inizio e l’adrenalina inizia a salire per tutti, pubblico compreso, specie grazie allo speaker degli speaker, il mitico Paolo Mutton. La mia tattica è quella di partire con mezza borraccia, poiché al pronti via, una volta usciti dal paese, si va subito in salita, prima asfalto poi sterrato su strada bianca con pendenze a due cifre vicine o superiori al 12%.

Dopo un risveglio con la pioggia e temperature intorno ai 10°C il cielo è azzurro, con qualche nuvola qua e là ed è prevista una giornata di sole con temperature che saliranno fino a 16°C. Ovviamente non può mancare la mia inseparabile macchinetta fotografica compatta e il telefono, che tengo a portata di mano su di una borsetta legata sul telaio dietro alla pipa manubrio. Non bella esteticamente, devo dire, ma indispensabile per svolgere il mio lavoro di “Reporter in Action”, che vive le esperienze in primis in modo da potervele raccontare sudando e soffrendo come tutti gli altri bikers. Quindi meglio limitare il peso della borraccia al minimo necessario, tanto in salita berrò poco, e in discesa mai, le mani dovranno stare ben strette sul manubrio. Il bello della Superbike è che ad ogni ristoro (ce ne sono moltissimi, ho perso il conto) si troveranno sali minerali, acqua, coca-cola, crostate, frutta secca, banane, panini ripieni e altro ancora. Dopo questa prima asperità, inizia tutto un saliscendi in cui si alternano single-track a strade bianche, sentieri di montagna che si alternano a tratti di asfalto che ci portano dal Monte Elmo, dove è posto il Gpm, a Moso, Sesto e San Candido. Uno scenario spettacolare, fatto di panorami mozzafiato con le vette delle Dolomiti che si alternano a tratti nel bosco ricco di abeti e prati verdi. Ma oltre alla concentrazione della gara necessaria per guidare il nostro mezzo, non dovremo mai dimenticare una delle regole fondamentali del ciclismo, ossia quella di “bere, bere, bere”, si perché il vero nemico di ogni Marathon possono essere i crampi, vista la lunghezza della gara e la durezza del percorso. E sul finale, negli ultimi diciotto chilometri di gara, di bikers coi crampi ne ho visti tanti, già quando si risaliva verso Prato Piazza e si incontravano molti bikers che avevano optato per il Classic. Ma questa è la mountain-bike e anche questo fa parte del prezzo da pagare per Esplorare La Leggenda, con tanto di medaglia commemorativa che ci verrà appesa al collo dai ragazzi volontari dopo aver tagliato il traguardo.

Ad ogni ristoro mi faccio riempire la borraccia (con logo dedicato sponsorizzata da Enervit) dai numerosi volontari del Südtirol, tra cui molti ragazzini, gentili, veloci e pronti ad incoraggiarti.

Quindi, pensieri da una parte, capo basso e continuare a spingere. Già, poi mi ricordo che io devo anche documentare la gara, questi momenti sono fondamentali, e quindi mi fermo, metto giù la bici e cerco di aspettare il momento giusto per lo scatto che meglio possa raccontare questi passaggi e ricordi che rimarranno indelebili, per sempre! Il tempo scorre, non importa, non sono qui per “fare” il tempo, ma per capire questa gara, capire perché tutti me ne parlavano in maniera entusiasta, capire perché tutti quelli che la fanno ci vogliono tornare. E tutto questo mi servirà a raccontare perché in un quarto di secolo questo evento è cresciuto così tanto. Forse perché tutti vogliano far parte di una Leggenda, come sta scritto sulla medaglia dalla forma di ingranaggio. Prato Piazza, il Lago di Dobbiaco, il Monte Elmo e via dicendo e la stessa atmosfera di festa che si respira a Villabassa in questi tra giorni dedicati ai bikers, mi hanno aiutato tanto a capire.

Ma tutta questa fatica non è sprecata, serve per farci godere dello scenario meraviglioso delle Dolomiti, Patrimonio dell’Umanità. Uno scenario che ci porta a pedalare dalle valli lungo fiumi e laghi, ai piedi dei monti pallidi sul tetto del mondo, un mondo fatto di tre colori, verde, grigio blu e bianco. Il verde dei boschi, il grigio delle montagne, il blu del cielo ed il bianco delle nuvole. A cui si aggiungono tutti i colori pastello creati dalla fila dei bikers che si arrampicano su e giù lungo i sentieri del Paradiso, quello delle Dolomiti. Una volta superata anche l’ultima salita verso Prato Piazza, sentiamo che ormai stiamo per diventare una Leggenda e che potremo raccontare di questa esperienza ai nostri amici e familiari. Nonostante il tentativo di risparmiarsi e non esagerare, sul finale la fatica comincia un po’ a farsi sentire, anche se devo dire che grazie al rifornimento offerto dai ristori dell’organizzazione, assunti con regolarità, non ho sintomi di crampi. La bella giornata di sole, ci dà qualche motivo in più per non mollare e resistere fino all’arrivo di Villabassa dove, anche l’ultimo biker sarà atteso e chiamato per nome dallo speaker Paolo Mutton e dove ci attende una grande festa finale. Tra l’altro il ristoro finale dopo l’arrivo offriva gratuitamente bicchieri di birra per tutti i bikers a volontà! Cosa mai vista in nessun’altra granfondo, complimenti davvero all’organizzazione della Dolomiti Superbike, che non ha badato a spese! Nel frattempo che i comuni biker stanno ancora soffrendo a metà percorso, gli Elite della Marathon non si sono risparmiati per niente, dove alla fine l’ha spuntata il ceco Martin Stošek (Vitalo-Future Cycling), che sul finale prende quasi un minuto di vantaggio sul compagno di squadra Kristian Hynek, seguito a più di un minuto da Leonardo Paez (Giant-Liv Polimedical). Nella gara al femminile è la neo Campionessa Europea Mara Fumagalli (Focus XC Italy Team) che anticipa di un minuto la slovena Blaza Pintaric (Pintatim) a cui segue ad oltre un minuto e mezzo la lituana Katazina Sosna (Torpado- Südtirol Mtb Pro Team). La grande festa della Dolomiti Superbike si è conclusa al pomeriggio, quando alle 16,00 erano in programma le premiazioni finali in Von Kurs Plaz, proprio di fronte ai tavoli del bar e della birreria dove gli eroi delle Leggenda stavano condividendo le loro storie ed avventure di giornata.

E a proposito di birra, per farci sentire ancor di più che eravamo in Sudtirolo, i vincitori della Superbike sono stati premiati con una mega caraffa di birra anziché con la classica bottiglia di champagne. Una piazza, che come nei due giorni precedenti, si è riempita di bikers e famiglie al seguito. Alla sera, nella stessa piazza è andato in scena anche musica dal vivo, al ritmo di birra e strudel, fino a tarda notte.

Tanto, all’indomani, dato che la gara si è svolta sabato 13 luglio, si poteva dormire e godersi la competizione dei bambini che andava in scena alle 10,00 del mattino, prima di affrontare il viaggio di rientro a casa. Anche questa troviamo che sia un’ottima idea, che dà modo ai grandi di gareggiare al sabato e di potersi riposare la notte prima del viaggio di ritorno alla domenica, a differenza di molte granfondo che si svolgono alla domenica rendendo difficile ed a volte pericoloso un rientro a casa in auto che mediamente va dalle tre alle sei ore di macchina. Anche la gara dei bimbi posizionata alla domenica mattina l’abbiamo trovata ottima, dando spazio ai genitori di godersi il venerdì ed il sabato con pedalate alternative o provando, come era organizzato per quest’anno, le bici della Canyon (main Sponsor) con il Canyon Bike Test. Vi ricordo che il servizio fotografico ufficiale della gara è stato realizzato dall’agenzia Sportograf. Tutti i partecipanti alla Dolomiti Superbike hanno potuto acquistare le loro foto e video tramite l’efficientissimo sito dell’agenzia ufficiale, che fin dal lunedì sera aveva già reso disponibile il pacchetto comprendente stupende immagini scattate da esperti fotografi nei punti più strategici del percorso.

Classifiche 113 Km maschile

 Stosek Martin 4:27.04,7;

  1. Hynek Kristian Cannondale Racing Team 4:27.40,5;
  2. Paez Leon Hector Leonardo Giant-Liv Polimedical 4:28.46,9;
  3. Ragnoli Juri Scott Racing Team 4:28.56,5;
  4. Mensi Daniele Soudal Leecougan Mtb. 4:28.57,1;
  5. Ferreira Tiago Dmt Racing Team 4:30.11,0;
  6. Porro Samuele Team Trek-Selle San. 4:32.37,1;
  7. Arias Cuervo Diego Alfonso Giant-Liv Polimedical 4:33.55,8;
  8. Becking Hans Dmt Racing Team 4:35.33,2;
  9. Casagrande Francesco Asd Cicli Taddei 4:35.33,5

 Classifiche 113 Km femminile

 Fumagalli Mara Focus Xc Italy Team 5:28.57,0;

  1. Pintaric Blaza Pintatim 5:30.05,8;
  2. Sosna Katazina Torpado-Südtirol Mtb. 5:31.38,7;
  3. Gaddoni Elena Asd Cicli Taddei 5:35.44,8;
  4. Pichlikova Jana Kross Bike Ranch Team 5:50.35,1;
  5. Schwing Katrin Katrin Schwing-Trek. 5:59.05,5;
  6. Scipioni Silvia Asd Cicli Taddei 6:00.12,5;
  7. Steger Elisabeth Bike Innovation Gist. 6:06.43,9;
  8. Cleiren Veerle Solcam Maxled Montbike 6:15.46,1;
  9. Hühnlein Birgitt Rsc Auto Brosch Kemp. 6:15.48,4

Per tutte le CLASSIFICHE clicca qui

Dolomiti Superbike

 

 

 

 

Servizio Fotografico by Sportograf

 

 

 

 

Hotel Bachmann

 

 

 

VIDEO della 25ma Edizione by MTB Granfondo

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