
La Capoliveri Legend Cup di quest’anno era una World Edition con l’UCI MTB world Championship che si è corso il giorno prima.
Testo di Leonardo Olmi, foto di Leonardo Olmi, Sportograf ed Organizzazione.

L’edizione n. 12 della Capoliveri Legend Cup dell’Isola d’Elba andata in scena domenica 3 ottobre era da non perdere in quanto al sabato che la precedeva, il 2 ottobre, si correva il Mondiale UCI Mtb Marathon, uno dei più duri mai disputati fin ora che rimarrà per sempre nella storia del ciclismo e della mountainbike.

Come di consueto vi era un tetto massimo di 2000 iscritti che segnava il sold-out già da molto tempo. Ma lo sappiamo, i ragazzi del Capoliveri Bike Park, capitanati dal suo Presidente Maurizio Melis, hanno il cuore grande e lo spirito d’accoglienza degli elbani è immenso, così che per festeggiare questa edizione Mondiale della Legend, l’asticella è stata spostata un po’ oltre, facendo brulicare di bikers con famiglie al seguito il piccolo paese di Capoliveri all’Isola d’Elba per il lungo weekend dal 1 al 3 ottobre.

Si, perché quest’anno la gara era stata spostata di nuovo alla domenica poiché al sabato andava, appunto, in scena il Mondiale. Tutto questo per consentire al popolo della mountainbike di godersi i loro beniamini tra i quali spiccava un nome che ha attirato sull’isola molti più appassionati, parliamo di sua maestà Nino Shurter.


Ma il successo della Capoliveri Legend Cup dell’Isola d’Elba richiede un grande sforzo e un costante impegno da parte degli organizzatori, che sono molto attenti a mantenere lo sviluppo di questa manifestazione nei parametri della sostenibilità per valorizzare l’Elba ed il comprensorio del Monte Calamita con il suo meraviglioso Capoliveri Bike Park, all’interno del quale si svolge. Il Capoliveri Bike Park si sviluppa per più di 100 km di sentieri e strade spettacolari ed interscambiabili tra loro.



Il parco, che quest’anno in occasione del Mondiale aveva aperto anche una nuova sezione, offre 5 percorsi permanenti di diversa difficoltà e lunghezza, ognuno dei quali è individuato da un colore e segnalato, sul territorio, da appositi cartelli che indicano il nome del percorso, la direzione da seguire, un numero riferito al punto in cui è collocato il segnale in modo che possa essere individuato sulla cartina e il nome della località in cui è collocato.

I percorsi sono aperti a tutti i livelli di preparazione, dalle semplici strade bianche, ai single-track più impegnativi. E per chi poi non ha un grande allenamento oppure è un po’ in la con l’età, a Capoliveri si possono noleggiare bici con pedalata assistita di ultima generazione presso il RentElbaBike.

Nella mia mente sono ancora freschi i bellissimi ricordi di questo lungo weekend elbano baciato dal caldo e dal sole, durante il quale ho avuto la fortuna di essere coinvolto dall’atmosfera magica e dal fascino della Capoliveri Legend Cup World Edition.


Una gara di mountain-bike a cui dopo avervi partecipato per la prima volta nel 2018, cerco sempre di essere presente. Una manifestazione spettacolare, che durante il lungo weekend in cui va in scena ogni anno coinvolge tutta la parte sudorientale dell’Isola d’Elba.

Quindi, ho fatto di nuovo le valigie, ho messo la mia bici sull’auto e giovedì 30 settembre ho preso un traghetto della Moby-Toremar per non perdermi la presentazione del Mondiale UCI che iniziava con uno show in notturna a Portoferraio la sera stessa, e quindi la conferenza stampa di venerdì pomeriggio nella stupenda Porto Azzurro, dove era presente anche il neo Presidende FCI Cordiano Dagnoni.

Grazie ad una macchina organizzatrice ampiamente collaudata e alla propria offerta innovativa, gli organizzatori della Capoliveri Legend Cup sono stati premiati dalla federazione ciclistica internazionale con l’UCI MTB Marathon World Championship. Oltre alla classica Legend, anche la prova del Mondiale di quest’anno ha di nuovo stimolato un significativo impulso per il turismo dedicato alle bici sull’Isola d’Elba ed in particolar modo sul comprensorio del Monte Calamita, con le sue vecchie miniere di ferro, intorno al quale si trova il Capoliveri Bike Park.


Grazie a un meteo da sogno, a uno scenario unico e a una organizzazione fluida, anche quest’anno la Legend Cup è stata uno splendido biglietto da visita per il Bike Park e tutta l’Isola d’Elba. Il turismo legato alla mountainbike e alla bici in generale porta con sé un grande potenziale, facendo si che la stagione estiva inizi prima e finisca dopo, dando di conseguenza ai posti letto e a tutti gli operatori turistici locali l’opportunità di essere sfruttati pienamente.

Data l’importanza dell’evento, il Mondiale è stato trasmesso anche in diretta su Rai Sport, novità assoluta, mostrando le bellezze dell’Isola d’Elba in luoghi di grande attrazione per chi ama la mountain-bike.

La Capoliveri Legend Cup ha aperto le danze domenica 3 ottobre dando la precedenza al percorso Marathon che anche quest’anno la rendeva valida come prova Marathon Nazionale e del Marathon Tour FCI. La partenza era fissata per le 8,30 del mattino. La Legend era valevole anche come ottava tappa della Coppa Toscana MTB e tredicesima tappa del Prestigio MTB.
Per entrare nella LEGGENDA, si doveva partecipare al percorso Marathon, ovviamente il più duro, con i suoi di 80 km per un dislivello di circa 3000 metri, mentre al Classic, che partiva mezz’ora dopo il Marathon, era riservato il percorso ridotto di 50 km, ma sempre con un dislivello importante di circa 1700 metri. I due percorsi procedevano di pari passo per i primi chilometri, poi si separavano per incrociarsi di nuovo varie volte, ma la segnaletica era inconfondibile: cartello con freccia gialla per il Marathon e cartello bianco con freccia rossa per il Classic.


Da notare che essendo una gara internazionale UCI, la segnaletica delle discese pericolose era contraddistinta, come da regolamento, da tre frecce verso il basso per la massima difficoltà due per quella media e una per quella facile.
E se per qualsiasi motivo si voleva cambiare percorso, non si poteva fare, dovevamo comunicare il nostro ritiro ai numerosi commissari di gara disposti lungo il tracciato e consegnare il chip per poi essere esclusi dalla classifica. Io mi sono registrato sul lungo di 80 km e devo dire che l’averlo concluso mi ha lasciato, ancora una volta, ricordi indimenticabili. Dai panorami, al calore del pubblico, dalla spettacolarità dei sentieri del Capoliveri Bike Park, al ritorno nel passato e nella storia dell’isola d’Elba quando si sono attraversate le vecchie miniere del Monte Calamita.

Il bello di questa tanto giovane quanto altrettanto innovativa e strabiliante manifestazione è che tutto, o quasi tutto, si svolge intorno al paese di Capoliveri. Sia il ritiro dei pacchi gara, la zona Expo, le premiazioni finali che la consegna del mangiare a sacco post-gara erano stati posti all’interno dell’enorme Campo Sportivo a salvaguardia delle ormai note norme anti Covid.

Gli alberghi sono tutti molto vicini e comodi, dislocati tra Pareti, Innamorata e Naregno, ma anche nei pressi di Porto Azzurro, Lacona e Lido di Capoliveri a non oltre dieci chilometri di distanza. Per trovare una sistemazione conforme alle nostre esigenze, oltre al sito della gara, si poteva fare riferimento anche a quello di Visit Elba e Isola d’Elba Online.

I media e quindi il sottoscritto eravamo alloggiati presso il Grand Hotel International di Naregno, un bellissimo albergo in collina con una stupenda terrazza all’aperto per la colazione dove alla mattina si iniziava subito bene la giornata godendosi una spettacolare vista su Porto Azzurro.


Come la maggior parte degli hotel dell’Elba, anche l’International è uno dei tanti bike-hotel attrezzati per offrire al ciclista tutto ciò che necessita, compresa una cucina a base di pesce, oltre che di carboidrati e proteine. Anche alla colazione non mancava mai niente, e come sanno tutti i ciclisti un’ottima colazione prima di uscire in bici è fondamentale!
Quindi, la mattina della gara faccio anch’io un’abbondante colazione che mi servirà per affrontare i 3000 metri di dislivello. Ma presto dovrò lasciare il comfort della mia camera e la tavola imbandita da gustosi dolci compromettenti per salire in sella alla mia bici. È il momento della vestizione, poi gonfio le gomme, prendo borracce, gel e barrette della Inkospor (mio sostenitore personale per l’integrazione alimentare) ed esco dall’albergo, metto la bici sull’auto e mi dirigo a Capoliveri.
Una volta parcheggiata l’auto (per fortuna nonostante il paese sia piccolo, ci sono ampi parcheggi che lo circondano) mi dirigo in griglia dove posiziono la mia bici per poi andare a fare subito qualche scatto ai professionisti delle ruote grasse.
Lo spettacolo ha inizio e l’adrenalina inizia a salire per tutti, pubblico compreso, specie grazie ai quattro speaker Paolo Malfer, Flavia Bisaro, Fabio Cecchi e Tiziano De Cristoforo, che andranno ad animare la diretta sui social.


La mia tattica è quella di partire con mezza borraccia, poiché al “pronti-via” si va subito in salita, prima asfalto poi cemento e quindi sterrato su strada bianca con pendenze a due cifre vicine o superiori al 20%. Il cielo è azzurro, con qualche nuvola qua e là ed è prevista una giornata di vento ma con sole e temperature che saliranno fino a 20°C.

Ovviamente non può mancare la mia inseparabile macchinetta fotografica compatta e il telefono, che tengo a portata di mano su di una borsetta fermata sul telaio dietro alla pipa manubrio. Non bella esteticamente, devo dire, ma indispensabile per svolgere il mio lavoro di “Reporter in Action”, che vive le esperienze in primis in modo da potervele raccontare sudando e soffrendo come tutti gli altri bikers. Quindi meglio limitare il peso della borraccia al minimo necessario, tanto in salita berrò poco, e in discesa mai, le mani dovranno stare ben strette sul manubrio.

Il bello della LEGEND è che ad ogni ristoro (e ce ne sono ben sei) si troveranno sali minerali, acqua, coca-cola, crostate, frutta secca, banane e altro ancora.

Dopo questa prima asperità, che conviene affrontare molto regolare e al cui culmine è posto il Gpm, inizia tutto un saliscendi in cui si alternano single-track a strade bianche, sentieri lungo la scogliera a tratti di asfalto che ci portano dall’Innamorata al Monte Calamita, dove si attraversano le vecchie miniere. Uno scenario spettacolare, fatto di panorami mozzafiato a picco sul mare che si alternano a tratti nel bosco, caratterizzato dalla tipica macchia mediterranea.

Quando poi si andrà a vedere la planimetria scaricata su, sembrerà di aver disegnato, con la propria bici, un labirinto intrecciato che è andato Strava a coprire quasi ogni metro quadrato del bike-park che si trova sulla punta sud-orientale dell’Isola d’Elba con l’introduzione, da un paio d’anni, di un nuovo single-track pieno di tornanti che sembrano tuffarsi in mare, incredibile!

Ma oltre alla concentrazione della gara necessaria per guidare il nostro mezzo, non dovremo mai dimenticare una delle regole fondamentali del ciclismo, ossia quella di “bere, bere, bere”, si perché il vero nemico della Legend possono essere i crampi, vista la lunghezza della gara e la durezza del percorso.

E sul finale, negli ultimi diciotto chilometri di gara, di bikers coi crampi ne ho visti tanti, già quando si risaliva dalla spiaggia di Naregno verso Capoliveri, ma poi anche quando si ripercorreva la prima salita del Gpm e lo strappo del Santuario della Modonna delle Grazie, posta ad un paio di chilometri dall’arrivo. Ma questa è la mountain-bike e anche questo fa parte del prezzo da pagare per potersi fregiare del titolo di EROI della LEGGENDA.

Ad ogni ristoro mi faccio riempire la borraccia dai numerosi volontari elbani, tra cui molti ragazzini, gentili, veloci e pronti ad incoraggiarti. Quindi pensieri da una parte, capo basso e continuare a spingere. Già, poi mi ricordo che io devo anche documentare la gara, questi momenti sono fondamentali, e quindi mi fermo, metto giù la bici e cerco di aspettare il momento giusto per lo scatto che meglio possa raccontare questi passaggi e ricordi che rimarranno indelebili, per sempre! Il tempo scorre, non importa, non sono qui per “fare” il tempo, ma per capire questa gara, capire perché tutti me ne parlavano in maniera entusiasta, capire perché tutti quelli che la fanno ci vogliono tornare.

E tutto questo mi servirà a raccontare come mai in solo poco più di dieci anni questo evento è cresciuto così tanto da costringere gli organizzatori a mettere un tetto massimo di iscritti. Forse perché tutti vogliano far parte della LEGGENDA? “The Wall of The Legend”, il Muro della Leggenda, che qualcuno ha rinominato anche Muro del Pianto, mi aiuta molto a capire.


Questo strappo di una ottantina di metri in salita (con pendenza media del 25%), che il Comune di Capoliveri ricava ogni anno su di un campo adiacente alla strada principale una settimana prima della gara, vede transitare sia il Marathon (a 12km dall’arrivo) che il Classic (a 5km dall’arrivo) in mezzo a due ali di folla scatenata con tanto di tifo da stadio e con l’incitamento dello speaker Tiziano De cristoforo che chiama il tuo nome leggendolo dal numero che hai sia sul manubrio che dietro la maglia.

Questa è la Legend Cup, che come a tutti i più grandi eventi il servizio di cronometraggio è affidato a Datasport con tanto di cip posto dietro al numero. Ma tutta questa fatica non è sprecata, serve per farci godere dello scenario meraviglioso del Capoliveri Bike Park.


Uno scenario che ci porta a pedalare da un estremo all’altro del promontorio con panorami che dalla spiaggia di Pareti e dell’Innamorata del versante occidentale, ci portano fino a quelli di Punta Calamita, Punta Rossa e di Punta dei Ripalti posti a sud. Per poi andare sul versante orientale da cui si ammira un panorama stupendo verso Porto Azzurro e Naregno.

Quest’ultimo noto per i suoi famosi scalini, che i primi fanno in bici, ma che i più sono costretti a fare a piedi. Ma per tutti non manca mai il tifo del pubblico e dei turisti, che sorprendentemente abbandonano spiaggia, sdraio ed ombrellone per andarsi a vedere in diretta live una delle gare di mountain-bike più belle del mondo.

Una volta superata anche questa difficoltà, la LEGGENDA cresce sempre di più dentro ognuno di noi. Nonostante il tentativo di risparmiarsi e non esagerare, sul finale la fatica comincia un po’ a farsi sentire, anche se devo dire che grazie al rifornimento offerto dai ristori dell’organizzazione assunti con regolarità non ho sintomi di crampi. La bella giornata di sole, ci dà qualche motivo in più per non mollare e resistere fino all’arrivo di Capoliveri dove, anche l’ultimo biker sarà atteso e chiamato per nome dallo speaker.

Nel frattempo che i comuni biker stanno ancora soffrendo a metà percorso, gli Elite della UCI MTB Marathon non si sono risparmiati per niente, dove alla fine l’ha spuntata l’italiano Daniele Mensi (Soudal-LeeCougan) seguito dal compagno di squadra Alexey Medvedev e terzo Johnny Cattaneo.


Nella gara al femminile è Silvia Scipioni (Cicli Taddei) che riesce a firmare l’albo d’oro della dodicesima edizione della Legend. A completare il podio, troviamo rispettivamente Sara Mazzorana e Barbara Prudkova.


E come da tradizione, sui trofei dei vincitori del percorso Marathon, sia al maschile che al femminile, è stata posta la targhetta con il nome del trionfatore di ogni edizione, un po’ come viene fatto sul trofeo senza fine del Giro d’Italia.

Vi ricordo che il servizio fotografico ufficiale della gara è stato realizzato dall’agenzia Sportograf. Tutti i partecipanti della Capoliveri Legend Cup, possono acquistare le loro foto tramite l’efficientissimo sito, che fin da lunedì sera aveva già reso disponibile il pacchetto comprendente stupende immagini scattate da esperti fotografi nei punti più strategici del percorso.
Ecco il film sui “Colori” che hanno animato la World Edition prodotto da Io-Bike in collaborazione con SM Studio:
Classifica Marathon maschile
1. Mensi Daniele – Soudal LeeCougan – 3:34.01,7
2. Medvedev Alexey – Soudal LeeCougan – 3:34.31,7
3. Cattaneo Johnny – Wilier 7c Force – 3:39.37,1
4. Dal Grande Stefano – Olympia Factory Team – 3:40.04,4
5. Taffarel Nicola – Wilier 7c Force – 3:40.26,5
6. Casagrande Michele – Team Trek-Pirelli – 3:43.43,1
7. Bravin Andrea – Uc Caprivesi – 3:44.51,6
8. Valsecchi Matteo – Team Spacebikes – 3:50.19,6
9. Trincheri Lorenzo – Wilier 7c Force – 3:51.07,5
10. Hofer Franz – New Bike 2008 Racing Team – 3:51.48,6
Classifica Marathon femminile
1. Scipioni Silvia – Cicli Taddei – 4:26.50,9
2. Mazzorana Sara – Bike Therapy – 4:36.07,9
3. Prudkova Barbora – Multicraft Mtb Team – 4:50.54,7
4. Lippi Cristiana – Ciclissimo Bike – 4:57.31,0
5. Mandelli Chiara – TEAM SPACEBIKES – 5:04.04,6
6. Caprari Elisabetta – Flandres Love-Sport – 5:14.43,6
7. Tanner Franziska – A.B.C. EGNA NEUMARKT – 5:25.05,3
8. Tanner Julia – A.B.C. EGNA NEUMARKT – 5:25.05,4
9. Maccherozzi Marta – Kilometrizero asd – 5:35.43,2
10. Zoli Martina – 0265 – 5:36.59,5
Le classifiche e tutti i tempi si possono trovare qui

Grand Hotel International, Naregno
Servizio Fotografico Ufficiale – Sportograf
La redazione con il nostro Leonardo Olmi che ha partecipato alla Marathon per raccontare questo evento vorrebbe ringraziare i suoi supporter:
Inkospor (integratori alimentari)
MB Sport (abbigliamento tecnico sportivo)
Think+ (intimo e accessori per il ciclismo)