Baciata da sole e caldo anche la 33ma edizione della Maratona dles Dolomites, colorata dal blu della maglia scelta per evocare il Duman, tema di quest’anno.
Testo di Leonardo Olmi, foto di Leonardo Olmi, Organizzazione e Sportograf.
Le DOLOMITI, un Paradiso incontaminato, Bellissimo, Spettacolare ed Unico al Mondo. Uno dei luoghi più belli del Pianeta con i suoi Passi Epici che hanno fatto la Storia del Ciclismo. Una serie di montagne e passi che sembrano fatti a posta per pedalarci intorno, su e giù, con salite, discese, strappi e tornati. Dal 2009 sono anche Patrimonio dell’Umanità. Ecco perché ad ottobre dello scorso anno (mese d’apertura alle iscrizioni) ci sono state oltre 31.600 richieste di adesione pervenute un po’ da tutto il mondo al Comitato Organizzatore della 33ma edizione della Maratona dles Dolomites – Enel 2019. Tra queste, ne sono state sorteggiate solamente 9.000, numero chiuso che ogni anno caratterizza, per esigenze logistiche, il massimo di partecipanti ammessi alla granfondo europea più ambita dai ciclisti di tutto il mondo.
Tutti vogliono essere alla Maratona, perlomeno una volta nella loro vita, e tutti quelli che hanno la fortuna di esserci, dopo quella volta vogliono ritornarci, coinvolgendo tutta la loro famiglia, i loro amici ciclisti e prenotando con un anno d’anticipo l’albergo o il garnì in uno dei tanti e incantevoli paesi dell’Alta Badia.
Corvara è sicuramente la più gettonata in quanto, oltre che ad esserci l’arrivo, è anche la meglio posizionata logisticamente parlando. Ma poi, ovviamente, ci sono anche Colfosco, La Villa (dove si trova la partenza), San Cassiano, Badia (dove si ritirano i pacchi gara e viene allestita la zona Expo), Pedraces, Arabba e via via tutti gli altri; dei paesi meravigliosi che non hanno bisogno, come del resto tutte le Dolomiti, di presentazioni.
E quindi già fin dal mercoledì, chi dal giovedì o venerdì (qualcuno si prende anche una settimana di ferie) si parte in direzione di Corvara, programmando gli itinerari panoramici più belli da seguire in auto. Sì, perché quella della Maratona è l’occasione, oltre che per la bicicletta, di una vera e propria vacanza in uno dei posti più belli d’Italia e del mondo.
Non si possono perdere, all’andata e al ritorno, i passi dolomitici; conviene fare itinerari diversi in entrambi i viaggi, in modo da godersi quei panorami unici che tutto il mondo ci invidia, panorami che da dieci anni sono Patrimonio dell’Unesco.
Per la 33ma edizione della Maratona, a rincuorare tutti noi ciclisti sono state le previsioni dei vari siti meteo che davano temperature in rialzo, fino a 24°C, e sole per domenica 7 luglio, con cielo azzurro e pochissime nuvole (bianche) sulla maggior parte del Südtirol. Questa, infatti, non a caso è la Maratona di Michil Costa, che ormai già da molti anni di fila, accoglie i ciclisti o con il sole o quantomeno senza pioggia; sembra quasi che Michil abbia la bacchetta magica per non far piovere su quella che ogni anno, da tradizione, viene considerata la quinta domenica di giugno.
Per la 33ma edizione della Maratona dles Dolomites – Enel 2019 il tema scelto era quello del Domani, il DUMAN come dicono i ladini. “Guardiamo a un domani rivolto soprattutto a Madre Terra ” dice Michil Costa “che abbiamo messo in seria difficoltà senza renderci conto che così facendo stiamo mettendo in difficoltà noi stessi. Ma vogliamo essere ottimisti, perciò guardiamo al domani pensando che già oggi dobbiamo e possiamo fare molto per migliorare questa situazione”.
Da quest’anno anche la Maratona dles Dolomites – Enel ha ottenuto il riconoscimento going Green Event grazie alle numerose iniziative volte alla migliore gestione possibile delle risorse e alle misure che limitano il dispendio di consumo energetico. Il tema scelto quale filo conduttore dell’edizione 2019, DUMAN – DOMANI, è oltretutto in perfetta sintonia con i valori di Green Event. Pensare al Domani è un invito a tutti noi, ciclisti e non, a porci delle domande sul futuro del pianeta partendo da noi stessi, da quello che possiamo fare come individui e come collettività per rallentare il consumo esagerato delle risorse che Madre Terra ci dona da millenni. I punti cardine per essere riconosciuti come Green Event sono l’efficienza delle risorse, la gestione dei rifiuti, la valorizzazione regionale nonché la responsabilità sociale.
Queste finalità sono in linea con la strategia climatica a lungo termine presentata dalla Giunta provinciale altoatesina che si è prefissata di ridurre le emissioni annue di CO2 pro capite al di sotto di 4 tonnellate entro il 2020 e al di sotto di 1,5 tonnellate e entro il 2050. Ed ecco che collegato al tema del Domani, è stato introdotto, per la seconda volta nella storia della Maratona dles Dolomites, un “Angelo Meccanico”, il Green Angel, il meccanico sostenibile.
Si tratta di 6 meccanici in bici elettrica che durante la Maratona hanno affiancato i ciclisti bisognosi di aiuto meccanico. In collaborazione con Enel, Pirelli e Audi, che mette a disposizione quest’anno un numero importante di auto full electric, è stata introdotta anche l’assistenza meccanica in corsa “Enel” con le Audi E-Tron; erano infatti 2 le autovetture destinate al servizio meccanico, le bici Nitro sono invece state fornite da Pinarello.
Con questa iniziativa l’organizzazione ha voluto dare un segnale sempre più netto nei confronti della sostenibilità della gara in particolare e delle strade dolomitiche in generale. Le bici elettriche rappresentano il futuro della mobilità pulita non solo in città, ma anche in montagna.
Ed eccoci al sabato sera, l’adrenalina sale, non tanto per l’ansia da prestazione, non tanto per la competizione, ma perché la Maratona viene vissuta dai più come un qualcosa di “sacro”, come un dono, quello di essere stati sorteggiati, che viene dal fato e ci consentirà di vivere delle emozioni uniche: i passi e le strade sono completamente chiuse al traffico, la nostra bicicletta potrà scorrere sulle strade mitiche ed eroiche del ciclismo;
lo farà da padrona assoluta, così come lo hanno fatto i campioni del passato e così come lo fanno quelli del presente con i grandi giri. I rumori sono solo quelli dei tubolari che scorrono sull’asfalto, dei freni che pinzano le piste delle ruote in carbonio e delle catene che scendono su e giù per il cambio, nient’altro! Nessun rombo stonato e straziante di auto e moto che sfrecciano distorcendo la musica che, invece, dovrebbe esser degna di un Paradiso come quello delle Dolomiti.
Domenica 7 luglio sui passi dolomitici si è visto transitare solo un mezzo di locomozione, la bicicletta, che con gli anni è diventata uno sport appassionante e uno stile di vita, come quello di oggi per i virtuosi della sostenibilità ambientale.
Pedalare sui passi dolomitici in piena libertà e senza l’assillo di auto e moto non è più un evento sporadico, ma un programma preciso di iniziative che stanno avendo sempre più successo e che danno la possibilità di vivere questo territorio sotto un’altra luce. Il noto SellaRonda Bike Day che si è svolto domenica 22 giugno è stato preceduto domenica 16 giugno dal secondo Dolomites Bike Day che ha portato oltre 5.000 ciclisti lungo le strade del Campolongo, Falzarego e Valparola per l’occasione chiusi al traffico.
Rispetto al Sellaronda, il Dolomites Bike Day ha avuto un taglio più familiare, con mamme e papà impegnati in bici con carrelli e all’interno i bambini. E poi moltissimi giovani e tantissime E-bike sul percorso, a riprova di come la bici elettrica stia cambiando non solo il modo di percorrere le strade, ma anche il modo di intendere il turismo. Un ottimo segnale per le Dolomiti, patrimonio dell’umanità.
Per l’estate, l’offerta turistica per i ciclisti dell’Alta Badia si chiama Bike Friendly e si rivolge sia a chi pratica percorsi su strada che in mtb. Gli uffici turistici mettono a disposizione cartine stradali con percorsi consigliati, mentre la collaborazione con la scuola specializzata Dolomite Biking permette di organizzare escursioni di gruppo o individuali ogni giorno. Sono numerose anche le vantaggiose convenzioni con esercizi ricettivi, negozi per il noleggio bici, la vendita di ricambi e l’abbigliamento, ristoranti, rifugi specializzati per le esigenze di tutti coloro che si dilettano a praticare questo sport.
Le strutture alberghiere “Bike Expert” e “Bike Friendly” mettono a disposizione tutto quanto necessita al ciclista: deposito con possibilità di lavare e riparare le bici, cavalletti porta bici, cassetta specifica di attrezzi per le bici, lavanderia, ricca colazione equilibrata e piatto freddo o torte al pomeriggio, per un pieno di energia. Gli impianti di risalita trasportano le bici gratuitamente senza supplementi.
Anche noi abbiamo avuto modo di noleggiare una bici elettrica Focus presso il fornitissimo negozio di Sport-Kostner di Corvara, con la quale mio Papà, di quasi 90 anni, al venerdì è riuscito a salire fino al Passo Campolongo con ancora tre tacche della batteria disponibili. L’esperienza si è poi ripetuta al sabato alla volta del Passo Gardena. Un’impresa che ha stupito anche gli addetti al noleggio. Ma Sport-Kostner non è solo noleggio bici, una volta passata l’estate, infatti, presso gli ampi spazi dei locali del negozio è possibile trovare sia la vendita che il noleggio per tutti gli sport invernali, dallo sci allo snowboard incluse le ultime action-cam uscite da GoPro. Il negozio offre anche il servizio di guida sia su strada che mountainbike.
Ed è proprio al piacere di pedalare sulle strade delle Dolomiti a cui pensavano gli oltre 9.000 partenti, giunti da più di 81 nazioni diverse del mondo, il sabato prima della Maratona. Venuti qua per godersi, in un giorno, un angolo di paradiso dominato da tre colori: il verde dei prati, il grigio delle guglie dolomitiche e l’azzurro del cielo. Poi ci sono molti altri, ed è giusto così, che a tutto questo aggiungono l’adrenalina della competizione, d’altronde è una gara agonistica con tanto di chip, quindi chi fa il miglior tempo vince, c’è poco da dire! Ci sarà chi invece (la maggior parte) cercherà semplicemente di migliorare il proprio tempo nei tre percorsi disponibili (il Classico Sella Ronda di 55km, il Medio di 106km e il Lungo di 138km), e poi ci sarà anche, ovviamente, chi cercherà di salire sullo scalino più alto del podio.
Ed è stato molto bello vivere tutte queste esperienze ed emozioni, l’una differente dall’altra, con tanti ciclisti (amici e non) che anche quest’anno ho incontrato alla Maratona. Gli argomenti e le solite chiacchiere da bar erano incentrati sul tipo di intimo, di mantelline, di copri scarpe, di olio riscaldante da usare, sul profilo delle ruote da montare, la pressione delle stesse, i rapporti da usare e così via. Poi c’erano mogli e fidanzate (figli compresi) al seguito, che al primo passaggio da Corvara avevano, come di consueto, l’oneroso compito di passare la borraccia e di raccogliere gli indumenti (manicotti, gambali e mantelline) che ormai non servivano più ai loro “Campioni”.
Il tifo è d’obbligo, ovviamente, ma questo non è mai uno sforzo, qui alla Maratona è tutto naturale, spontaneo e genuino, un momento di raccolta unico per famiglie e amici, che difficilmente si nota da altre parti e in altri contesti granfondistici.
Sulle rampe del Campolongo, sia al primo, ma soprattutto al secondo passaggio dei ciclisti, dopo che avevano compiuto il Sella Ronda, oltre allo sport, si respirava aria di salute, di amicizia, di compagnia, di spirito di aggregazione, di rispetto verso la natura pensando al “Domani”, appunto il tema di quest’anno.
Uno dei momenti più duri della Maratona non è, al contrario di ciò che si potrebbe pensare, quello della scalata del Giau, del Sella o del Pordoi ma, senza dubbio, quello della sveglia, prestissimo, poiché dobbiamo essere in griglia dalle 5 alle 5,30 del mattino. Specie per chi vi scrive, dato che si cerca di documentare con foto e video-spot per i social le prime impressioni dei Vip, dei pretendenti alla vittoria e di chi invece vorrà semplicemente godersi il panorama, credo oltre due terzi dei 9.000, specialmente tra gli stranieri.
Quindi, ecco che ad aprire le danze della mia nona Maratona ci pensa quel tremendo trillo del mio cellulare alle tre di domenica mattina. Fuori è buio pesto, devo accendere le luci della camera e del bagno. Apro l’acqua del rubinetto del lavandino per darmi una scollata sulla faccia dal sonno, ma è gelata!
Ovvio, è l’acqua che arriva dalle Dolomiti, meglio sbrigarsi a ruotare il miscelatore verso il colore rosso a sinistra. Faccio stretching, apro la porta dell’ampio terrazzo del mio hotel di Colfosco, con un panorama mozzafiato proprio sul massiccio del Sella, per controllare la temperatura, ma d’istinto la richiudo subito, fa freddo ma non troppo e le nuvole sono ancora basse, come da previsioni.
Ed è da questo momento in poi che tra il sonno, il viso schiaffeggiato dall’acqua gelata e il freddo che inizia ad accapponarmi la pelle che inizio a domandarmi: ma dove vado??? Chi me lo fa fare??? E la risposta è lì davanti a me sulla maglia Castelli e sul gilet Carvico (che fanno parte del pacco gara) dove sul celeste c’è la scritta Duman. Il Domani, dove tutti coloro che prendono pare alla Maratona delle Dolomiti, ricorderanno ogni ora, ogni minuto, ogni secondo trascorso a pedalare attorno a queste meravigliose montagne, ecco cosa me lo fa fare.
Ma non c’è troppo tempo per pensare, devo scendere a fare una colazione leggera. Anche il comfort e l’accoglienza sono fondamentali per affrontare serenamente la Maratona delle Dolomiti. Dormire bene, riposare e trovare una buona cucina nutriente è fondamentale per scalare i sette passi dolomitici in programma alla Maratona.
In un bike-hotel attrezzato come l’Hotel Sport di Colfosco un bellissimo albergo in stile sudtirolese, dove ho trovato dal deposito bici con lavaggio al parcheggio auto di fronte all’entrata; dal centro benessere ad una cucina a base di carboidrati e proteine (dove il buffet della cena era di per sé una cena stessa); alla comodità di essere nel centro di Colfosco con panorama mozzafiato sul Gruppo Sella, sul Passo Gardena, sul Sassongher e su Corvara con le sue rampe verso il Campolongo.
Sul tavolo della colazione dell’Hotel Sport di Colfosco non manca mai un ottimo strudel, altre a torte tipiche locali, cereali e frutta secca con yogurt fresco, così come uova ed affettati con varie scelte di pane. E come sanno tutti i ciclisti un’ottima colazione prima di uscire in bici è fondamentale! Ma anche prima di uscire a sciare, dato che l’Alta Badia è anche una delle mete più gettonate al mondo per trascorrere splendide settimane bianche invernali!
Ma presto dovrò lasciare il comfort della mia camera e la tavola imbandita da gustosi dolci compromettenti per salire in sella alla mia bici. È il momento della vestizione, con il dubbio di cosa indossare; quindi gonfio i tubolari, prendo borracce, gel e barrette della Inkospor (mio sostenitore personale per l’integrazione alimentare) ed esco dall’albergo, pronto a salire in bici ed affrontare il fresco delle basse temperature (12°C) unite alla discesa fino a La Villa.
Per fortuna qualcuno ha inventato (chissà come e chissà quando) di indossare quelle tute da imbianchino bianche, che fungono da antivento, ottimo ed economico (dai 2 ai 5 euro), un “usa e getta” molto utile. Ma attenzione a dove si getta, altrimenti Michil si arrabbia e ci squalifica, ed ha ragione!!! Quella della tuta da imbianchino è un’idea che poi è stata copiata da molti, a cui quest’anno ho aggiunto anche una bella pagina di giornale e la vera mantellina antivento, oltre che al bellissimo gilet antivento rosso fiammante.
Un ottimo indumento by Carvico, un gilet tecnico performante realizzato in collaborazione con Castelli, che quest’anno è stato usato da moltissimi dei 9.000, sia il giorno della Maratona, ma anche quelli precedenti e quelli successivi (per i fortunati che sono rimasti), colorando di azzurro e quindi di Duman le strade delle Dolomiti. Leggero, molto funzionale, versatile, confortevole e tecnico allo stesso tempo, il gilet Carvico ha una caratteristica unica: è stato realizzato con un tessuto a dir poco esclusivo ed emblematico, si chiama “New Maratona” ed è un prodotto fuori collezione, creato solo per le due ultime edizioni della Maratona dles Dolomites.
Dopo un po’ che sono in griglia, arrivano i primi Vip, tra cui anche la Madrina ufficiale della Maratona, ossia la bellissima Martina Colombari in rappresentanza delle sempre più numerose donne che pedalano non solo la Maratona ma sulle strade di tutto il mondo. Martina ha accompagnato i partecipanti dalla partenza fino a Corvara dove è stata presente come ospite durante la diretta televisiva.
Ma nel parterre dei personaggi famosi, che ogni anno sono ospiti nella griglia rossa della Maratona dles Dolomites erano presenti molti personaggi non solo sportivi, ma anche del mondo dello spettacolo e dell’imprenditoria italiana ed internazionale.
Tra i nomi presenti alla 33a edizione spiccano alcuni habitué come Paolo Bettini, Davide Cassani, Federico Pellegrino, Filippo Pozzato, Dorothea Wierer, Lisa Vittozzi, Nicola Savino e Maria Canins. Quest’anno è ritornato anche Alex Zanardi con la sua handbike.
Da sette edizioni la Maratona dles Dolomites-Enel vede anche il ritorno di Sofia Goggia, argento mondiale nel Super G di Are 2019. Per la prima volta alla partenza, invece, c’erano Carlos Checa, Kristian Ghedina e Vittorio Brumotti. Mentre il gruppo di industriali ed imprenditori quest’anno era composto da Matteo Arcese (Arcese Trasporti), Francesco Starace (Enel), Fausto Pinarello (Pinarello), Laura Colnaghi (Carvico), Emilio Mussini (Panaria Group), Giovanni Bruno (Sky) e Alberto Sorbini (Enervit). Pronti via, alle 6,30 in punto si parte. Ma quest’anno la Maratona dles Dolomites ha dovuto sostituire all’ultimo Paolo Mutton, Speaker storico che si è infortunato, con un altrettanto validissimo Paolo Mei (speaker ufficiale per tutti gli eventi RCS, tra cui Giro d’Italia), sempre affiancato da Barbara Pedrotti.
Le vette del Gruppo Sella sono ancora immerse nelle nuvole colorate dal rosa della luce dell’alba. Il serpentone si muove alla volta di Corvara per poi allungarsi sulle rampe del Campolongo: è questa la foto magica della Maratona dles Dolomites, a cui si aggiungono le immagini mozzafiato riprese dalle telecamere Rai attraverso gli elicotteri che sorvolano i cieli dell’Alta Badia per la lunga diretta di sei ore che ogni anno va in onda sulla RAI (quest’anno su Rai 2) e Sky Sport.
Nelle salite si ha anche il tempo di guardarsi intorno, potrebbe sembrare di sognare, ma non è così, il panorama che si apre di fronte ai nostri occhi, specialmente alle prime luci dell’alba (il momento più bello), è tutto reale ed è quello che ci mostra un vero paradiso terrestre. Ed è da questo momento in avanti che, immediatamente e magicamente, dimentico il disagio della sveglia “notturna”, del freddo per scendere fino a La Villa e dei sacrifici fatti negli allenamenti per poter affrontare la Maratona.
Da qui in poi si scatena il pensiero rivolto alla Natura del Domani, che vogliamo continuare a vedere così come sono per sempre, preservandole e rispettandole per poterci ancora pedalare intorno. Dallo start in poi sarà tutto un susseguirsi di gioie ed emozioni fino all’arrivo. Non mi pento di niente ed anzi, inizio subito a pensare “speriamo di poterla rifare anche il prossimo anno”. Un pensiero che si amplifica sempre di più ogni volta che con l’auto lascio alle spalle le guglie delle Dolomiti nel rientro verso casa.
Dai boschi spuntano i cervi e le marmotte che corrono sul verde dei prati, mentre i falchi spiccano il volo dalle guglie delle cime dolomitiche nel blu del cielo. La fatica si fa sentire, si certo, ma così come arriva, altrettanto rapidamente svanisce, perché sono distratto dall’ambiente, dalla maestosità della Natura. Scendo facendo attenzione alla ripida discesa che dal Campolongo si fionda giù fino ad Arabba, per poi risalire subito verso la lunga ascesa del Pordoi.
Il sole si alza, i colori cambiano, l’elicottero della Rai fa molto rumore, disturba quasi, ma documenta un evento nel migliore dei modi, con le sue riprese mozzafiato dall’alto, una visione che altrimenti sarebbe riservata solo ai nostri amici volatili. Noi abbiamo quella dal basso, ma dal basso si sentono anche i profumi della natura. Questa volta ho montato una piccola borsa sul telaio della bici, nella quale riesco facilmente a tenere pronta all’uso la mia macchina compatta ed il telefono per fare (da buon reporter) qualche foto e video. Alla Maratona ci possiamo godere ogni minuto, ogni secondo, ma il tempo vola e siamo già sulla discesa del Pordoi. Stringo i denti e tiro su la zip del gilet azzurro del Domani, perché anche questa sarà fresca. Come la discesa finisce, la strada si inerpica di nuovo verso il bivio che ci porta al Sella.
Il Passo Sella e la sua discesa rappresenteranno l’ultima preoccupazione di giornata legata al freddo, poiché una volta imboccata la doppia scalata verso il Gardena le temperature si alzeranno anche se il cielo rimarrà cupo. Una volta sceso il Gardena, avremo completato il cosiddetto Sella Ronda; pochi vogliono girare verso l’arrivo del percorso Classico, concludendo qui la loro Maratona. I più proseguono alla volta del Medio e del Lungo, anche perché non vogliono perdersi il tifo di parenti e amici che per più di due ore li hanno attesi a Corvara e sui tornanti del Campolongo.
Per poi passare a Falzarego e Valparola se si opta per il medio, oppure a Santa Lucia, il mitico e duro Giau, e quindi l’accoppiata Falzarego e Valparola, se si opta per il lungo.
Sicuramente, il lungo è un percorso che necessita una buona preparazione, ma se lo si affronta con lo spirito del pensiero rivolto al nostro contributo che vogliamo dare per un Domani migliore, anche le fatiche del Giau verranno alleviate dallo splendido paesaggio che ci circonda.
Tra una pedalata e l’altra, basta infatti alzare la testa verso l’alto per ammirare il grigio chiaro dei Monti Pallidi e il verde dei prati che si slanciavano verso il blu del cielo. Ma prima di scalare il Giau siamo passati dal Colle Santa Lucia da dove abbiamo potuto vedere la devastazione che il 29 ottobre del 2018 ha colpito le Dolomiti.
Quel giorno il maltempo ha creato danni ingenti distruggendo milioni di alberi, strade, sentieri e danneggiando interi paesi. Soprattutto la zona dell’Agordino e del Fodom è stata colpita con particolare violenza. Per questo il Comitato Maratona dles Dolomites ha deciso di organizzare una raccolta fondi da destinare ai comuni di Colle Santa Lucia e Livinallongo che da anni vedono transitare l’immenso gruppo dei ‘maratoneti’.
Una volta scalato il Giau ci buttiamo giù in discesa verso Cortina, con il manto stradale perfetto, asfaltato di recente per i passati giri d’Italia. Dopo la bellissima discesa, dove la chiusura delle strade ci consente di godere a pieno la bicicletta, eccoci al bivio per il Falzarego. L’ascesa non è impegnativa e, ormai, lungo queste rampe si può già iniziare ad assaporare il compimento di un’altra impresa. Gli ultimi due chilometri del Valparola sembrano quasi uno scherzo in confronto a quello che ho fatto fin adesso. I bravissimi fotografi di Sportograf (l’agenzia ufficiale accreditata alla Maratona) scattano ancora foto, poi si scollina, allacciando ancora una volta il gilet azzurro del Domani e giù in discesa fino a La Villa.
Anche quest’anno, il Comitato Organizzatore ha voluto lasciare quella che fu la novità introdotta nel 2014, ossia il Muro del Gatto che doveva essere affrontato da tutti i ciclisti sia del percorso medio che del lungo.
Durante il passaggio da La Villa, dopo il bivio per Corvara, si svoltava a destra imboccando la salita del “Mür dl Giat”, come viene chiamata in ladino. Una deviazione di 200 metri con una pendenza massima del 19%. Ad incitare i ciclisti c’era una fan-zone, dove gli appassionati e amici dei partecipanti potevano vedere la lenta scalata.
Per concludere, un grande plauso va sicuramente e come sempre al Comitato Organizzatore della maratona, che di forze ne impiega veramente tante; oltre al Deus Ex Machina Michil Costa (Presidente) e Claudio Canins (Segretario Organizzativo), vede dietro le quinte coloro che sono i veri protagonisti della Maratona dles Dolomites, ossia i 1.500 volontari senza i quali tutto ciò non sarebbe possibile.
Vi ricordo che il servizio fotografico ufficiale della gara è stato realizzato dall’agenzia Sportograf. Tutti i partecipanti alla Maratona hanno potuto acquistare le loro foto e video tramite l’efficientissimo sito dell’agenzia ufficiale, che fin dal lunedì sera aveva già reso disponibile il pacchetto comprendente stupende immagini scattate da esperti fotografi nei punti più strategici del percorso.
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Foto: Sportograf
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