
Argento al Portogallo, bronzo alla Repubblica Ceca – Il CT Celestino: “Un risultato che per qualcuno forse non vale nulla, ma che dimostra che l’Italia c’è e dà l’anima in sella a quella bicicletta”.

In scena in Turchia, sul tracciato di Sakarya, l’ultimo appuntamento iridato del 2020 con il Campionato del Mondo Marathon. Un mondiale che, per l’occasione, ha offerto agli atleti iscritti un percorso atipico, lungo 29,1 km da ripetere 3 volte per gli uomini e 2 per le donne. A trionfare è il colombiano Leo Paez, che raggiunge il traguardo in 4 ore, 19 minuti e 50 secondi, vincendo quindi per il secondo anno consecutivo la maglia iridata.

In seconda posizione Tiago Ferreira, staccato di 2 minuti e 20 secondi e seguito da Martin Stosek. Medaglia di legno e quarta posizione per Juri Ragnoli con un ritardo di 2 minuti e 17 secondi dal podio e dalla medaglia di bronzo: un vero peccato per l’azzurro, che ha dimostrato di avere carattere e di voler onorare al meglio la maglia azzurra.

“Avevo avvisato i ragazzi: la gara comincia nell’ultimo giro, chi spende troppo prima poi pagherà” racconta il CT Mirko Celestino. Che aggiunge: “Al contrario delle aspettative Ragnoli ha tenuto botta, si è gestito bene e ha raccolto un ottimo quarto posto. Un risultato che per qualcuno forse non vale nulla, ma che dimostra che l’Italia c’è e dà l’anima in sella a quella bicicletta”.

Una gara sicuramente poco fortunata per il gruppo azzurro, in gara con sei atleti: nel corso del primo giro Juri Ragnoli, Riccardo Chiarini e Fabian Rabensteiner hanno mantenuto il contatto con i primi. E’ stato, però, nel corso del secondo giro che è avvenuta la vera e propria selezione per il proseguimento della gara: al termine del secondo giro a condurre la gara c’erano Ragnoli e Hynek seguiti a ruota da Paez, Stosek e Ferreira.

Nell’ultimo giro Paez aumenta il ritmo e solo Ferreira e Stosek sembrano in grado di mantenere il contatto, sebbene staccati di un paio di minuti. Fabian Rabensteiner, Jacopo Billi e Riccardo Chiarini riescono ad entrare nella top 20 chiudendo rispettivamente al 16 18 e 19 posto. Ritirati Tony Longo e Samuele Porro: “Tony ha avuto dei problemi meccanici, ha tribolato per tutta la prima parte di gara e alla fine si è arreso dopo aver pedalato praticamente 3 ore da solo. Samuele ha forato dopo appena 25 km, non è riuscito a riparare il danno ed è arrivato al box con già 7 minuti di ritardo, per poi decidere di ritirarsi”.

Classifica Maschile
1. PAEZ LEON Hector Leonardo COLOMBIA 4:19:50
2. FERREIRA Tiago | PORTOGALLO +2′ 20
3. STOSEK Martin REPUBBLICA CECA2357 4. RAGNOLI Juri | ITALIA 4′ 52″
5. VALERO SERRANO David SPAGNA 619
6. HYNEK Kristian REPUBBUCA CECA 19:39
7. THOMAS Ben GRAN BRETAGNA 10 29
8. CLAES Frans BELGIO 0/38
9. MANTEGON Sergio SPAGNA 40
10. GEISMAYR Daniel AUSTRIA 1497
Elite Women: una battaglia a due.
In assenza della campionessa del mondo UCI 2019 Pauline Ferrand-Prévot (FRA) una cosa era chiara: la maglia arcobaleno stava per cambiare le mani in Turchia. E c’erano più di alcuni contendenti seri tra le 33 atlete alla partenza della gara femminile di 80,9 km, non ultimo l’argento dello scorso anno e la medaglia di bronzo, rispettivamente la slovena Blaa Pintari e la sudafricana Robyn de Groot. Entrambi erano ancora in lizza al punto di svolta del primo dei due giri, in sella al gruppo di testa che ha visto protagonista anche la svizzera Ramona Forchini e la polacca Maja Wloszczowska, medaglia d’argento. Terza un altra svizzera, Arianne Luthi.

Classifica Femminile
1 Ramona Forchini Sui 3:42:18
2 Maja Wloszczowska Pol 3:42:19
3 Ariane Luthi Sui 3:43:40
4 Robyn De Groot Rsa 3:44:09
5 Yana Belomoina Ukr 3:48:03
6 Stefanie Dohrn Ger 3:49:51
7 Isla Short Gbr 3:50:23
8 Lejla Tanovic Bih 3:51:01
9 Blaza Pintaric Slo 3:51:50
10 Adelheid Morath Ger 3:55:36
fonti: FCI e UCI