
Perché i panorami sono meravigliosi, perché i percorsi non sono troppo tecnici e perché l’accoglienza e l’ospitalità sono quelle del Südtirol.
Testo di Leonardo Olmi, foto di Leonardo Olmi, Sportograf e Organizzazione.

La 27ma edizione la Dolomiti Superbike di Villabassa ha superato quota 2500 iscritti, confermando il successo di “colei” che è conosciuta come The Legend. Numeri che richiedono un grande sforzo e un costante impegno da parte degli organizzatori che sono molto attenti a mantenere lo sviluppo di questa manifestazione nei parametri della sostenibilità per valorizzare il Südtirol ed il comprensorio di San Candido e Villabassa con alle spalle alcune tra le montagne e laghi più belli delle Dolomiti, che dal 2009 sono Patrimonio dell’Umanità, un World Heritage come si dice in inglese.

Nella mia mente sono ancora freschi i bellissimi ricordi di questo lungo weekend sulle Dolomiti, dal 7 al 10 luglio, durante il quale ho avuto la fortuna di essere coinvolto per la seconda volta dall’atmosfera magica e dal fascino della Dolomiti Superbike. Una gara di mountainbike che avevo avuto il piacere di fare solo nel 2019. Una manifestazione spettacolare, che durante il lungo weekend cui va in scena ogni anno, la seconda settimana di luglio, coinvolge tutta la parte nordorientale del Trentino-Alto AdigeSüdtirol della Val Pusteria al confine con l’Austria. Una volta avuto conferma dell’accredito ho fatto le valigie, ho messo la mia Epic S-Works preparata da Cicli Taddei sull’auto e giovedì 7 luglio ho impostato il mio navigatore in direzione Villabassa.

Grazie ad una macchina organizzatrice ampiamente collaudata e alla propria offerta innovativa, gli organizzatori della Dolomiti Superbike con a capo il suo Deus Ex Machina Kurt Ploner (Presidente del Comitato Organizzatore), sono stati premiati negli anni da una sempre crescente popolarità e richiesta di partecipazioni, sia per la meraviglia del luogo in cui si svolge la gara, che per il suo percorso non troppo tecnico, ossia adatto un po’ a tutti i livelli di preparazione e, come si dice in gergo, più da stradisti.

Ma questo non toglie la possibilità di divertirsi, poiché pedalare in mountainbike, vuol dire sempre e comunque pedalare in mezzo alla natura, al bosco, sui sentieri, le mulattiere e le strade bianche che non sono accessibili alle bici da strada. E quindi fare la Superbike vuol dire proprio esplorare qualcosa di leggendario, e lo slogan Explore The Legend è perfetto, a dimostrazione del fatto che si possono ammirare panorami con scenari da sogno che altrimenti non si potrebbero vedere né in auto né in bici da strada. Ecco perché chi la fa la cerchia di rosso sul calendario e prova a tornarci ogni anno.

Il turismo legato alla mountainbike e alla bici in generale porta con sé un grande potenziale, facendo si che la stagione estiva inizi prima, dando di conseguenza ai posti letto e a tutti gli operatori turistici locali l’opportunità di essere sfruttati pienamente. La grande festa della Superbike ha avuto inizio con la conferenza stampa di venerdì 8 luglio che si è tenuta sul palco antistante la bellissima Von Kurs Plaz, dove erano presenti i Big della mountainbike internazionale.




Per entrare nella Leggenda, si doveva partecipare al percorso Marathon, ovviamente il più duro, con i suoi di 123 km per un dislivello di circa 3357 metri, mentre al Classic, che partiva mezz’ora dopo il Marathon, era riservato il percorso ridotto di 60 km, ma sempre con un dislivello importante di circa 1785 metri. Novità esclusiva per l’edizione 2022 della Dolomiti Superbike è stata l’introduzione di un percorso intermedio di 85 km per 2360 metri di dislivello.

L’inedito tracciato di 85 km condivideva i primi 40 km, da Villabassa a San Candido, con il percorso lungo di 123 km per poi proseguire verso la salita al Rifugio Baranci e il GPM a 2000m di Prato Piazza. Io ho optato per il lungo di 123 km e devo dire che se prima di partire avevo qualche dubbio in merito alla scelta fatta, poi l’averla finita in un tempo di 6h39’ con vari stop dedicati a foto e video mi ha lasciato ricordi indimenticabili.

Dai panorami, al calore del pubblico, dalla spettacolarità dei sentieri del Südtirol orientale, all’ammirazione di questo nostro patrimonio italiano rappresentato dalle nostre Dolomiti, con il suo Lago di Dobbiaco, le Tre Cime di Lavaredo e quello che più mi ha lasciato un flash indelebile nella mia mente, il panorama che si ammira una volta usciti dal bosco nell’ascesa di 6 km a Prato Piazza.

Mi sembrava di essere in Paradiso, o forse in un sogno, non sapevo se fermarmi e sedermi ad ammirare la vista spettacolare con il verde dei prati da cui si scagliavano verso il blu del cielo i monti pallidi di colore grigio delle Dolomiti, oppure continuare a “fare” la gara. Ho dato nel mezzo e mi son fermato per qualche minuto a fare foto e video da portare a casa nei miei ricordi, anche se non ce n’era bisogno, poiché tutto è ancora lì, impresso sul “negativo” a colori da qualche parte nella mia mente.


Anche se poi ad impressionare per sempre i nostri ricordi ci hanno pensato i bravissimi fotografi di Sportograf, l’agenzia ufficiale della Dolomiti Superbike, che nascosti dietro i cespugli bloccavano in un clic le nostre gesta, con la faccia stremata non si sa se dalla fatica o dallo stupore di quello che vedevamo intorno a noi. Ma si poteva tranquillamente proseguire, poiché dopo uno scenario da cartolina, ne arrivava uno da poster e poi uno da screen saver, e così via. Una meraviglia che solo un Patrimonio dell’Unesco, quale quello delle Dolomiti, ci può regalare.


Il bello di questa strabiliante manifestazione è che tutto si svolge intorno al paese di Villabassa. Il tutto era concentrato d’intorno alla bellissima Von Kurs Plaz:


dal ritiro dei pacchi gara all’area Team, dal pasta-party finale e le premiazioni alla zona Expo dove si trovava anche lo stand di Gobik che per quest’anno aveva prodotto la bellissima maglia commemorativa di colore rosso che i bikers trovavano nel pacco gara ed a cui si potevano abbinare, acquistandoli, salopette ed antivento.



Gli alberghi sono tutti molto vicini e comodi, dislocati tra Villabassa, Dobbiaco, San Candido e Monguelfo-Tesido. Io ho alloggiato in un semplice garnì di Villabassa, a solo un chilometro dalla partenza/arrivo, semplice ed economico ma con tutto ciò che serve, camera con bagno, parcheggio auto e garage per le bici.


Come la maggior parte degli hotel della Val Pusteria, anche Bar Irma gestito da Alfred Tiefenthaler (menbro del Comitato Organizzatore della Dolomiti Superbike)è uno dei tanti garnì bike-hotel attrezzati per offrire al ciclista tutto ciò che necessita, compresa un’ottima ed abbondante colazione che come sappiamo è fondamentale prima di uscire in bici!

Quindi, la mattina della gara, faccio anch’io un’abbondante colazione che mi servirà per affrontare i quasi 3400 metri di dislivello, metto in tasca barrette e gel della Inkospor, mio sostenitore personale per l’integrazione alimentare, esco di camera e mi dirigo in griglia dove posiziono la mia bici per poi andare a fare subito qualche scatto ai professionisti delle ruote grasse.



Lo spettacolo ha inizio e l’adrenalina inizia a salire per tutti, pubblico compreso, specie grazie allo speaker degli speaker, il mitico Paolo Mutton. La mia tattica è quella di partire con mezza borraccia, poiché al pronti via, una volta usciti dal paese, si va subito in salita, prima asfalto poi sterrato su strada bianca con pendenze a due cifre vicine o superiori al 12%.


Dopo un risveglio con temperature intorno ai 10°C il cielo è azzurro, con qualche nuvola qua e là ed è prevista una giornata di sole con temperature che saliranno fino a 22°C. Ovviamente non può mancare il mio telefono indispensabile per svolgere il mio lavoro di “Reporter in Action”, che vive le esperienze in primis in modo da potervele raccontare sudando e soffrendo come tutti gli altri bikers. Quindi meglio limitare il peso della borraccia al minimo necessario, tanto in salita berrò poco, e in discesa mai, le mani dovranno stare ben strette sul manubrio.

Il bello della Superbike è che ad ogni ristoro (ce ne sono moltissimi, ho perso il conto) si troveranno sali minerali, acqua, coca-cola, crostate, frutta secca, banane, panini ripieni e altro ancora. Dopo questa prima asperità, inizia tutto un saliscendi in cui si alternano single-track a strade bianche, sentieri di montagna che si alternano a tratti di asfalto che ci portano dal Monte Elmo, dove è posto il Gpm, a Moso, Sesto e San Candido.

Uno scenario spettacolare, fatto di panorami mozzafiato con le vette delle Dolomiti che si alternano a tratti nel bosco ricco di abeti e prati verdi. Ma oltre alla concentrazione della gara necessaria per guidare il nostro mezzo, non dovremo mai dimenticare una delle regole fondamentali del ciclismo, ossia quella di “bere, bere, bere”, si perché il vero nemico di ogni Marathon possono essere i crampi, vista la lunghezza della gara e la durezza del percorso.

E sul finale, negli ultimi diciotto chilometri di gara, di bikers coi crampi ne ho visti tanti, già quando si risaliva verso Prato Piazza e si incontravano molti bikers che avevano optato per il Classic. Ma questa è la mountain-bike e anche questo fa parte del prezzo da pagare per Esplorare La Leggenda, con tanto di medaglia commemorativa che ci verrà appesa al collo dai ragazzi volontari dopo aver tagliato il traguardo.
Ad ogni ristoro mi faccio riempire la borraccia (con logo dedicato sponsorizzata da Enervit) dai numerosi volontari del Südtirol, tra cui molti ragazzini, gentili, veloci e pronti ad incoraggiarti. Quindi, pensieri da una parte, capo basso e continuare a spingere.


Già, poi mi ricordo che io devo anche documentare la gara, questi momenti sono fondamentali, e quindi mi fermo, metto giù la bici e cerco di aspettare il momento giusto per lo scatto che meglio possa raccontare questi passaggi e ricordi che rimarranno indelebili, per sempre! Il tempo scorre, non importa, non sono qui per “fare” il tempo, ma per capire questa gara, capire perché tutti quelli che la fanno ci vogliono tornare. E tutto questo mi servirà a raccontare perché in oltre un quarto di secolo questo evento è cresciuto così tanto. Forse perché tutti vogliano far parte di una Leggenda, come sta scritto sulla medaglia dalla forma di ingranaggio.


Prato Piazza, il Lago di Dobbiaco, il Monte Elmo e via dicendo e la stessa atmosfera di festa che si respira a Villabassa in questi tra giorni dedicati ai bikers, mi hanno aiutato tanto a capire.

Ma tutta questa fatica non è sprecata, serve per farci godere dello scenario meraviglioso delle Dolomiti, Patrimonio dell’Umanità. Uno scenario che ci porta a pedalare dalle valli lungo fiumi e laghi, ai piedi dei monti pallidi sul tetto del mondo, un mondo fatto di tre colori, verde, grigio blu e bianco. Il verde dei boschi, il grigio delle montagne, il blu del cielo ed il bianco delle nuvole. A cui si aggiungono tutti i colori pastello creati dalla fila dei bikers che si arrampicano su e giù lungo i sentieri del Paradiso, quello delle Dolomiti.

Una volta superata anche l’ultima salita verso Prato Piazza, sentiamo che ormai stiamo per diventare una Leggenda e che potremo raccontare di questa esperienza ai nostri amici e familiari. Nonostante il tentativo di risparmiarsi e non esagerare, sul finale la fatica comincia un po’ a farsi sentire, anche se devo dire che grazie al rifornimento offerto dai ristori dell’organizzazione, assunti con regolarità, non ho sintomi di crampi. La bella giornata di sole, ci dà qualche motivo in più per non mollare e resistere fino all’arrivo di Villabassa dove, anche l’ultimo biker sarà atteso e chiamato per nome dallo speaker Paolo Mutton e dove ci attende una grande festa finale.

La grande festa della Dolomiti Superbike si è conclusa al pomeriggio, quando alle 16,00 erano in programma le premiazioni finali in Von Kurs Plaz, proprio di fronte ai tavoli del bar e della birreria dove gli eroi delle Leggenda stavano condividendo le loro storie ed avventure di giornata. Una piazza, che come nei due giorni precedenti, si è riempita di bikers e famiglie al seguito.

Alla sera, nella stessa piazza è andato in scena anche musica dal vivo, al ritmo di birra e strudel, fino a tarda notte. Tanto, all’indomani, dato che la gara si è svolta sabato 9 luglio, si poteva dormire e godersi la competizione dei bambini che andava in scena alle 10,00 del mattino, prima di affrontare il viaggio di rientro a casa.

Anche questa troviamo che sia un’ottima idea, che dà modo ai grandi di gareggiare al sabato e di potersi riposare la notte prima del viaggio di ritorno alla domenica, a differenza di molte granfondo che si svolgono alla domenica rendendo difficile ed a volte pericoloso un rientro a casa in auto che mediamente va dalle tre alle sei ore di macchina.

Si perché quella della Dolomiti Superbike, che appunto si svolge al sabato, è sempre un’ottima occasione per passare un lungo weekend sulle Dolomiti insieme alla famiglia, dove si possono alternare pedalate in bici sui passi o sulle ciclabili, alle escursioni di trekking, le camminate e le salite in funivia fino a quasi 3000 metri di altitudine. Come abbiamo fatto noi sulla Funivia Sass Pordoi, denominata “La terrazza delle Dolomiti”, dalla quale si può ammirare un panorama mozzafiato sul Gruppo Sella, Sul Piz Boè, sulla Marmolada e su tutta la vallata sottostante.


Vi ricordo che il servizio fotografico ufficiale della gara è stato realizzato dall’agenzia Sportograf. Tutti i partecipanti alla Dolomiti Superbike hanno potuto acquistare le loro foto e video tramite l’efficientissimo sito dell’agenzia ufficiale, che fin dal lunedì sera aveva già reso disponibile il pacchetto comprendente stupende immagini scattate da esperti fotografi nei punti più strategici del percorso.
I vincitori e le vincitrici dei tre percorsi:






Servizio Fotografico by Sportograf
Bar Irma – Alfred Tiefenthaler